Bike to Work Genova i ciclisti si organizzano

lb2wAppuntamento, nell’ambito della Settimana Europea della Mobilità, nel Salone di Rappresentanza di Palazzo Tursi. Protagonisti i ciclisti genovesi. Molti li considerano degli snob, in realtà si tratta di cittadini consapevoli, fieri avversari di smog, rumore e traffico caotico. Fisici asciutti, tonici, volti perennemente sorridenti, invece di guidare incolonnati o aspettare autobus prediligono pedalare. Andare in bici a Genova è possibile anche se comporta dei rischi. A sostenerlo Andrea Casalino, della Aps Fiab Genova Amici della Bicicletta, che ha presentato un progetto per favorire il ciclismo urbano. Con l’aiuto dell’assessorato alla Mobilità del Comune di Genova, al Municipio Medio Val Bisagno, e ai compagni di pedalata Simone Mazzarello, Maurizio Bruschi (autore del logo), Davide Giusti, Gabriele Guerra e Alessandro Zeggio, hanno messo a punto un sistema per sviluppare l’uso quotidiano della bici, migliorare la sicurezza, contribuire a diminuire l’inquinamento atmosferico e acustico. Il progetto prende il nome di “Bike to Work Genova”, ed è una piattaforma logistica che agevola l’incontro dei ciclisti urbani, affinché questi possano condividere parte del proprio percorso sulla viabilità principale, vale a dire dove maggiore è l’esigenza di creare sicurezza. “Il rischio maggiore, specifico e più temuto per il ciclista urbano – fa sapere Casalino –  è subire sorpassi non rispettosi della distanza laterale di sicurezza. Tale distanza viene poco rispettata a causa dell’effetto sorpresa del ciclista solitario e sporadico che l’automobilista interpreta come un ostacolo imprevisto, una barriere da superare”. Questo rischio diminuisce notevolmente quando i ciclisti pedalano in fila indiana agevolando il sorpasso da parte delle automobili.  Mantenere una traiettoria lineare e prevedibile può ridurre anche il rischio di apertura improvvisa delle portiere, mentre pedalare in compagnia abitua gli automobilisti a ricordarsi di prestare maggiore attenzione. Per creare i presupposti e agevolare l’uso di chi vuole pedalare in ambito urbano, il sistema “Bike to Work”, per il momento limitato alla Valbisagno, propone la formazione di gruppi di ciclisti, con l’intenzione di iniziare ad usare questo mezzo di trasporto, creando sul territorio punti di incontro dotati di specifica segnaletica. “Abbiamo organizzato 19 punti di incontro – continua Casalino – che abbiamo chiamato “sorgenti”, in quanto il sistema ricorda il flusso d’acqua di un fiume, il primo a Prato e l’ultimo a Marassi, con un memo- orario, cioè partenze dei ciclisti urbani ogni 15 minuti”. Ovviamente non si tratta di una proposta “obbligatoria” ma un modo per organizzare il popolo dei ciclisti, oggi una massa di appassionati molto polverizzata sul territorio.