Per Michele Maccarone sospesa l’espulsione da socio della BCC di San Calogero

Confermato il provvedimento di sospensione della delibera di espulsione da socio di Michele Maccarone e della sua azienda “Mobili 2 Emme arredo”. Il decreto di convalida è stato emesso dal tribunale di Catanzaro il 31 luglio, dal giudice designato, la dott.ssa Song Damiani.  Così come aveva disposto il giudice in un precedente provvedimento dopo la delibera di espulsione del 14 marzo 2014, che aveva riammesso il socio alla partecipazione dell’assemblea indetta il 25 maggio, il giudice ha valutato che “sulla scorta delle argomentazioni si ritengono sussistenti i presupposti per confermare il provvedimento di sospensione della delibera della Banca Cooperativa di San Calogero del 14.03.2014, nella parte in cui delibera l’esclusione dell’odierno ricorrente”.  La vicenda del contrasto tra il Consiglio di amministrazione e Michele Maccarone risale al suo ruolo di presidente del comitato “No fusione”, con riferimento ad alcune affermazioni espresse su facebook, ritenute lesive nei confronti della Banca. Dopo l’impugnazione della delibera da parte del Maccarone, difeso dall’avvocato Aldo Assisi, il giudice aveva accolto il ricorso, in quanto “il socio non arreca nessun danno”, invece si evince “una ferma posizione contraria al progetto di fusione con altro istituto di credito cooperativo con il coinvolgimento in tale iniziativa di altri soci e concittadini”, e si tratta “più che condotta foriera di danno nei confronti della Banca, di una vivace contestazione, con toni a volti irridenti, della politica gestionale degli amministratori della Banca”. E quindi “si ritiene non adeguatamente motivata e Illegittima l’esclusione del socio Michele Maccarone” e ne consegue il fumus boni jiuris.

Non trattiene il desiderio di esprimere il suo compiacimento per come si sta evolvendo la situazione il presidente del comitato “No fusione”. Il suo primo pensiero va a coloro che lo hanno sostenuto: “Grazie di cuore a tutti i soci fondatori di questa grande impresa di economia al servizio del territorio e preciso che non sono stato mai un campanilista e che un eventuale fusione per incorporazione con la consorella di Maierato, potrebbe essere presa in seria considerazione in un prossimo futuro, mettendo in primo piano gli interessi e la storia di tutti i soci e non a quelli di parte o personali”. Per tali ragioni, usa parole forti nei confronti dell’attuali amministratori della Banca:  “Come presidente del comitato No fusione chiedo le dimissioni del Consiglio di amministrazione e del suo presidente mantenendo in carica il Collegio sindacale per indire nuove elezioni  per il rinnovo delle cariche sociali e per il bene della BCC di San Calogero”; e conclude con un atto di fiducia nella funzione dell’istituto di credito: “Ho sempre avuto fiducia nelle istituzioni e continuo ad averla. Credo nell’economia locale, nel valore e nella storia della BCC di San Calogero”, un patrimonio che bisogna salvaguardare”.

La conferma del provvedimento di sospensione della delibera di espulsione da socio del Maccarone, notificato il 5 agosto, ha anticipato l’accoglimento del rinvio dell’atto di fusione da parte del comitato che si è costituito contro la delibera dell’atto di fusione, in seguito al ricorso presentato al tribunale di Catanzaro, e si pone in linea con l’azione intrapresa da parte del comitato “No Fusione”, protagonista di una contrapposizione al progetto del Consiglio di amministrazione, che ha avuto l’epilogo il 22 giugno con la contestatissima assemblea  che ha provocato un duro scontro con la Presidenza a causa delle modalità delle votazioni e della gestione della assemblea.  Adesso il destino della BCC di San Calogero, si gioca sul tavolo di un agone giudiziario; ma dopo l’ulteriore decreto di rinvio al 25 settembre (disposto dal giudice l’8 agosto), l’atto di fusione sembrerebbe compromesso, con le modalità e le forme adottate. La proposta di conciliazione avanzata da parte del legale del comitato, avvocato Aldo Assisi, per l’indizione di una nuova assemblea, è stata respinta e questo significa di fatto che la battaglia giudiziaria si arricchirà di nuovi elementi.  Principale vittima di questa vicenda è il rapporto di fiducia tra soci e Consiglio di amministrazione, fatto questo che potrebbe creare dei risvolti in un ente che ha finalità etiche e mutualistiche nel suo statuto fondativo, e che pone al centro della sua attività di credito lo sviluppo del territorio e non certo il profitto. Alla luce della crisi che ha attanagliato l’Italia e soprattutto una regione come la Calabria e in particolare il territorio del Vibonese, causato da speculazioni finanziarie e dallo svuotamento di significato dell’azione politico-istituzionale, con relativa crescita delle disuguaglianze e ingiustizie sociali, sono le fasce più deboli ad essere messe in croce – e ciò è veramente incomprensibile perché questo porterà al collasso del sistema economico e dei valori della dignità della persona, della solidarietà e dei principi democratici sanciti nella Costituzione, come testimonia l’esponenziale crescita della percentuale dei poveri assoluti e la forte precarietà del lavoro in particolare al Sud. La BCC di San Calogero rappresenta un patrimonio di valori consolidati in quasi quarant’anni di attività ha dato risposte ai bisogni collettivi in un rapporto di fiducia, e ciò dovrebbe rappresentare un modello da imitare e da tutelare come unica via da perseguire per il bene del territorio e delle persone che vi operano in modo onesto.