Milano, un bando per far rinascere villa Caimi-Finoli

E’ on line il bando per il recupero e la concessione della settecentesca Villa Caimi-Finoli, a Quarto Oggiaro: un edificio di proprietà comunale di grande interesse storico-artistico – attualmente oggetto di interventi di pulizia e messa in sicurezza, anche dell’area circostante, dopo 18 anni di degrado e abbandono – che Palazzo Marino intende recuperare e restituire alla città, destinandolo a funzioni e attività di interesse pubblico, compresa l’edilizia sociale.

“Un nuovo tassello nel percorso intrapreso dal Comune di Milano per riqualificare questa antica villa e renderla un luogo vivo, aperto al territorio e alla città, con attività culturali, ospitalità per giovani e studenti, esperienze di artigianato e piccolo commercio – ha dichiarato il vicesindaco e assessore all’Urbanistica Ada Lucia De Cesaris –. La storia di Villa Caimi deve continuare: per questo abbiamo individuato una quota di investimento di 1 milione e 700 mila euro che, insieme a contributi privati, potrà consentire il recupero di questo luogo abbandonato dal 1996”.

Le domande dovranno essere presentate entro le ore 12 del 31 ottobre 2014 al Comune di Milano, Direzione centrale Sviluppo del Territorio, via Pirelli 39, Ufficio Protocollo. Potranno partecipare al bando soggetti singoli (cittadini, imprese individuali, società commerciali o cooperative, associazioni, fondazioni), consorzi e raggruppamenti di imprese anche temporanei. Il concessionario provvederà al restauro e al risanamento conservativo di Villa Caimi-Finoli, in modo da garantirne il recupero edilizio e funzionale, prevedendo anche un possibile utilizzo dell’edificio da parte della zona e delle associazioni del territorio.

La villa fu costruita nel ‘700, come casa di campagna della famiglia Caimi. Il complesso originario comprendeva, oltre alla casa padronale, una cascina con corte e parco; al cortile si accedeva per un viale alberato e un arco d’ingresso, fiancheggiato dalle costruzioni destinate a stalle e fienili. Il parco di Villa Caimi confinava con quello di Villa Scheibler. Anche il destino delle due ville fu collegato. Nel 1921 il conte Scheibler, fortemente indebitato, dovette vendere tutte le sue proprietà alla Società Quartieri di Vialba. Il consigliere delegato di questa società, il ragionier Cesare Finoli, ne divenne il proprietario. Negli anni Trenta la villa ospitò un orfanotrofio femminile affidato alle Suore del Preziosissimo Sangue, mentre durante la seconda guerra mondiale accolse molti cittadini sfollati. Nel 1948 gli ex onorevoli Giuseppe Lazzati e Giuseppe Dossetti ne fecero una sorta di eremo per il loro gruppo di laici consacrati, i Milites Christi, di cui faceva parte anche il fratello dei proprietari della villa, Guido Finoli. Dopo il ritiro di Dossetti dalla politica, nel 1956 la villa divenne un pensionato Acli per i lavoratori che venivano da fuori Milano; anche l’Opera Bonomelli, che la gestì in seguito, la utilizzò per ospitare circa 150 italiani immigrati dal Veneto e dal Sud Italia. Nel 1963 il pensionato fu chiuso, e da quel momento iniziò il degrado della villa. Nel 1983 i Finoli vendettero il complesso alla società Parco del Vivaio, che riuscì a inserirsi nel cosiddetto “piano integrativo” (legge Verga, 1986) contro il parere del Consiglio di Zona, e a lottizzare l’area. La convenzione con l’Amministrazione prevedeva la costruzione di 30 mila metri cubi di abitazioni e 150 box, oltre alla cessione al Comune della Villa Caimi e di parte del terreno, 7.800 metri quadri in tutto, da destinare a uso pubblico. La villa è di proprietà del Comune di Milano dal 1996.