Catanzaro, video a luci rosse con minorenne spedito con WhatsApp

Con l’accusa, a vario titolo, di pornografia minorile, il pubblico ministero Emanuela Costa ha iscritto nel registro degli indagati un uomo di 36 anni, imprenditore del quartiere marinaro, e un altro uomo di 21 anni, residente nel quartiere Sala. Nel mese di marzo una ragazza di 17 anni ha realizzato “un video dal contenuto pedopornografico – è scritto in un capo d’accusa –mentre compiva un atto di masturbazione nella camera da letto della propria abitazione”. Quando questo video è stato inviato, verosimilmente dal cellulare della ragazza, tramite l’applicazione WhatsApp installata sullo smartphone della giovane. Ignoto, almeno per il momento, il destinatario del video. L’imprenditore è accusato di “essersi procurato” e “aver detenuto, distribuito, divulgato o diffuso per via telematica” il video mentre al ventenne la Procura ha contestato il fatto che “consapevolmente, deteneva il filmato dal contenuto pedopornografico”. La Procura ha sequestrato, tramite la terza sezione della squadra Mobile della Questura, nel mese di maggio numeroso materiale informatico (da personal computer a cellulari, da fotocamere a notebook) che sarebbe stato in possesso del trentenne per verificare il “percorso”del file. Il materiale ora è al vaglio del competente gabinetto di Polizia Scientifica che dovrà stabilire non solo l’autenticità del video ma anche il percorso fatto dal video dal momento della realizzazione. L’inchiesta potrebbe allargarsi e coinvolgere altri indagati in quanto la notizia della diffusione del video si era già diffusa. Le accuse sono tutte da dimostrare in quanto l’in chiesta ancora non è conclusa e i due indagati potranno far valere la loro versione dei fatti tramite i loro legali di fiducia, gli avvocati Giorgia Orlando e Arturo Bova.