Pordenone, quattordicenne andava in albergo con un amico e accusa il padre di violenze

Un’accusa infamante: abusi sessuali. Rivolta nei confronti del patrigno poi risultato innocente. La minorenne, infatti, ha ritrattato puntando l’indice contro un amico di famiglia. Nell’udienza preliminare inflitta una condanna a 6 anni di reclusione, di cui 4 anni e 4 mesi per gli atti sessuali con una minore che era sì consenziente, ma in condizioni di inferiorità psico-fisica perché immatura e inconsapevole di ciò che stava facendo. Inoltre 1 anno e 8 mesi per aver indotto la minore a calunniare i genitori e per aver calunniato il patrigno della ragazzina dicendo ai Carabinieri che abusava della figliastra. Anche il pm Maria Grazia Zaina aveva chiesto la condanna finale a 6 anni per effetto dello sconto dovuto al rito abbreviato (era partita da 9 anni). Secondo l’accusa, anche la moglie dell’amico di famiglia avrebbe dovuto essere condannata. Per lei aveva chiesto 3 anni e 10 mesi (partendo da 5 anni e mezzo) ritenendo che, pur a conoscenza della grave situazione, non avesse fatto nulla per impedirla. Secondo il Gup, non c’erano prove sufficienti a dimostrare le accuse ed è stata assolta. Alla parte civile, costituita con l’avvocato Alberto Fenos, è stato riconosciuto un risarcimento di 30 mila euro per la minore e di 10 mila euro ciascuno per i genitori, vittime della calunnia.

La vittima aveva 14 anni e tre mesi. A quell’età, secondo il Codice penale, i rapporti sessuali tra adolescenti e adulti sono legittimi, purché consenzienti. Secondo la Procura la quattordicenne pordenonese non era in grado di determinarsi sessualmente, a meno che non fosse indotta a inferiorità psichica. Il caso è stato portato all’attenzione della Procura poco più di tre anni fa, quando la ragazzina è andata dai militari dell’Arma per denunciare il patrigno. Raccontò che l’uomo la toccava, andava a dormire con lei e la baciava. E raccontò anche la mamma sapeva e taceva. La minore è finita in una casa-famiglia e i genitori sono stati indagati per violenza sessuale aggravata. In comunità la ragazza ha ritrattato. Non era il patrigno ad abusare di lei, ma l’amico di famiglia. L’uomo è stato accusato di averla sedotta e plagiata con ricariche telefoniche, sms affettuosi, carezze e attenzioni che li avrebbero portati persino a incontrarsi in un albergo. L’amico aveva 46 anni. Per ritorsione avrebbe indotto la quattordicenne a denunciare i genitori. Per il fascicolo aperto contro patrigno e mamma è stata chiesta l’archiviazione.