Venezia, Giorgio Orsoni torna in libertà farà ancora il sindaco

Revocati dal Gip gli arresti domiciliari anche se rimane indagato nell’ambito dell’inchiesta sul Mose. Giorgio Orsoni ha concordato, attraverso i suoi legali, con i Pm dell’inchiesta Mose un patteggiamento a quattro mesi. Sulla congruità del patteggiamento dovrà esprimersi il Gup. Orsoni è indagato per finanziamento illecito. Orsoni è tornato sindaco a tutti gli effetti dopo la remissione in libertà decisa dal gip. La carica era stata sospesa, dopo il provvedimento di arresti domiciliari nell’inchiesta Mose oggi revocato dal Gip, dal prefetto sulla base di quanto prevede dalla legge Severino. Un breve applauso da parte di alcuni dipendenti ha salutato il suo ingresso. Poi è salito al primo piano dove ha l’ufficio.

“Non mi sono proposto io come sindaco ma mi è stato chiesto dalle segreterie dei partiti e dal mio predecessore. Mi era stato chiesto in altre occasione e avevo rifiutato questa volta ho ceduto ed evidentemente ho sbagliato nel farlo” ha detto Orsoni dopo la sua remissione in libertà. “Mi addolora di più in questa vicenda l’aver visto quanti hanno preso le distanze da me”. Orsoni ha ribadito che la sua campagna elettorale è stata sostenuta dai partiti che l’appoggiavano e da questi aver avuto indicazione che il suo avversario, Renato Brunetta, “aveva grandi disponibilità e che bisognava fare una campagna altrettanto imponente. Mi era stato suggerito di cercare di avere maggiori finanziamenti, per i quali ho dato incarico al mio mandatario al quale non ho chiesto conto sui fondi raccolti”.