Lasciatevi affascinare dalla leggerezza della frivolezza

omino

Come fantasmi vanno e vengono dalle stanze dell’Olimpo romano con tempi irregolari, così questi fantasmi, personaggi più o meno noti e insostituibili nell’immaginario collettivo, più numerosi di quello che potrebbe sembrare al nostro guardare, amano ritornare alle luci della ribalta, ben riconoscibili sotto le nuove divise indossate dopo aver stipulato un nuovo contratto. E’ una sorta di maledizione che colpisce questi poveri fantasmi mercenari o di un sistema ormai andato in tilt. La loro nuova reincarnazione ( secondo la loro religione ) non dovrebbe ingannarci, e con piacere fin dalle prime battute o dai primi minuti di un recital, noi lo riconosciamo il vecchio volpone, che recitante la sua parte modula la voce e controlla gli atteggiamenti nuovi come la sua divisa, che gli hanno insegnato nelle alte scuole di recitazione o della dizione. Il vecchio mascalzone sembra strizzarci l’occhio. E’ come se ci dicesse, lo so di essere sempre “io”, l’ovunque! , ma dovrete sopportarmi ancora perché non è nato nessuno di meglio e capace di rendere credibile le grandi bugie e il mondo che non esiste e che intendo rappresentarvi. Che sia la nostra comune storia, tutta italiana, scritta appositamente su libri di carta straccia per i futuri discepoli o i prescelti destinati all’olimpo? Nessuna storia, del resto, per quanto pretenda di essere originale o inaudita, potrà o potrebbe essere comprensibile senza la presenza di un volpone chiarificatore. Penso che perché una determinata cosa susciti il nostro interesse davvero, deve stimolare contemporaneamente il nostro desiderio di novità e il suo contrario, cioè la nostra memoria. Noi non abbiamo più memoria. Dobbiamo ammetterlo, altrimenti non si spiegherebbe perché accadono in maniera ridondante le stesse cose da quarantanni, che sia davvero nostra la maledizione e che invece riteniamo sia del vecchio volpone? Ma questo vecchio briccone noi la conosciamo bene, come la sua lealtà. Riconosciamogli che la sua realtà rappresentateci è un punto di vista unico come lo è – Spacca Napoli – e perfino illuminante della nostra misera, incondizionata maniera d’essere servili e postulanti. Proprio perché è un parassita, una forma inutile, una gola inesauribile che tutto ingoia per amor proprio. E’ in assoluto il re dei mondani e allo stesso tempo uno schiavista buono per le mondine del sesso. E’ un infallibile esperto di una delle scienze più complesse e raffinate che esistano nel panorama di questo micro universo: la scienza della frivolezza! Non la frivolezza individuale che trasforma uomini e donne in servi e prostitute. Non è la frivolezza individuale che ognuno coltiva in se, ma è parte necessaria, anche se inconfessabile del comune destino. No, la frivolezza nella maggior parte dei casi è esattore, è un legame collettivo, una malattia epidermica, una forma di linguaggio capace di cementare stupidità e ignoranza nelle relazioni fra singoli e poi collettivamente. Non è senza importanza la ricerca e il desiderio di possedere una grande firma, o un’ultima generazione di telefonino, di scarpe o abiti, profumi, occhiali….. sono lievi coloriture di un insieme anomalo elegante, meschino, ipocrita e ingannevole, inutile. Insomma quella vecchia canaglia è la perfetta incarnazione moderna del custode della frivolezza. In lui ritroviamo la sintesi perfetta e suprema della vecchia e onoratissima professione di fare il politico, figli e figlie, servi del privilegio e della ricchezza, la prostituzione morale e fisica, la spia, il cortigiano, il poeta di epigrammi, il nottambulo adescatore. Tutto questo è quella vecchia canaglia ideale affabulatore, il protettore ideale di questa ombra sociale, rappresentante di questo tipo di società, ombra sociale di se stessa.