Pasquale Savanelli confessa ma non dice perché ha ucciso Gennaro Galdiero

Un giallo di non facile risoluzione. Gennaro Galdiero, 41 anni, nato a Calvizzano, residente a Sessa Aurunca, amministratore delegato della Serena Aop, è uno dei volti più noti nel settore della produzione di frutta tanto da essere chiamato il “Re dell’annurca”. Ha pranzato al Contadino, un agriturismo all’uscita dello svincolo di Caianello, lungo l’autostrada Napoli-Roma. Seduto con lui, a quel tavolo del locale di via Starze, c’è Pasquale Savanelli, 52 anni, origini napoletane, residenza a Teano, altro imprenditore attivo nel settore della frutta, presidente della Serena Aop.

Gennaro Galdiero è uscito fuori dal ristorante e salito a bordo della sua Bmw. Poi ha risposto al cellulare ad un cliente che ascolta le sue ultime parole. “Questo è scemo, c’ha la pistola. Aiuto”. Poi un tonfo. Il cliente ha chiamato il fratello di Galdiero avvisandolo che qualcosa è accaduto. A Caianello, il titolare del Gotha sentendo gli spari si è precipitato fuori dal ristorante e ha chiamato i Carabinieri.

Galdiero è stato trasportato in fin di vita all’ospedale di Piedimonte Matese dove poi è morto.

Pasquale Savanelli si è presentato alla caserma di Vairano con in mano una Smith & Wesson calibro 38. Consegnandola ai militari ha riferito della presenza di solo tre pallottole. Le altre tre sono quelle che ha usato per uccidere Galdiero. Le ferite riscontrate in ospedale, però, sono quattro. Quindi, o un proiettile ha attraversato la mano e poi colpito il torace, oppure all’appello ne manca uno e, dunque, manca un’altra arma.

L’omicida reo confesso non ha chiarito il movente. L’obiettivo è verificare se la confessione è attendibile, se Savanelli ha agito da solo o con l’aiuto di qualcuno, se sono vere le voci che parlano di continui litigi tra i due per le pressanti richieste economiche di Savanelli all’imprenditore.