Zungri, tanta partecipazione alla manifestazione AssaPoro

Zungri AssaporoTerra e cielo, radici e ali per liberare l’uomo dalle catene del bisogno materiale e dare spazio e respiro alla forza dello spirito. L’autentica cultura si manifesta quando il coltivare diventa culto, rispetto della natura e dell’umanità , in un rapporto sacro, come accade nel lavoro dei contadini. Da questi principi etici e umani, valori e motivi ispiratori che animano l’associazione culturale Alma Tellus, è nata l’iniziativa “AssaPoro, la tradizione rivive con i saperi e i sapori”. Domenica scorsa, in località Torre Galli, nella sede del campo di volo dell’associazione “Albatros”, si è vissuta un’atmosfera che ha rievocato la storia e la memoria dell’area del Poro, con laboratori che hanno legato l’agro-pastorizia e l’artigianato. Il luogo dell’incontro, sospeso tra terra e mare, tra passato e presente, è un territorio importante sotto il profilo paesaggistico, culturale e dell’economia rurale, sia per la sua fertilità e sia per le potenzialità turistiche. Si trova infatti a pochi chilometri da Tropea e da Capo Vaticano e si affaccia nel mare dove nascono i miti, con le isole Eolie che creano uno scenario di grande suggestione emotiva. Per questo, all’attività agropastorale che ha connotato da sempre la vocazione del territorio, va coniugato il turismo enogastronomico, ecologico e culturale. Nell’area, infatti, è stato rinvenuto un sito archeologico con dei reperti protostorici di grande interesse storico. La giornata è stata caratterizzata dai laboratori del formaggio, della ricotta e del pane (grazie all’impegno e alla disponibilità della famiglia Arena) e dall’esposizione di creazioni artistiche e artigianali. Gli associati hanno inoltre organizzato lo scambio dei prodotti coltivati con metodiche naturali. Importante è stato il rapporto che si è instaurato con i responsabili della scuola di volo, sia con il presidente dell’aeroclub “Il grifo” Gianfranco Manfrida che dell’associazione “Albatros”, Francesco Daffinoti. Da questo incontro è scaturita una volontà comune per mettere in campo altre iniziative di carattere socio-culturale. Unanime infatti è stato il sentimento che accomuna le associazioni, nell’intento di creare valori condivisi che possano dare vita ad una nuova idea di rapportarsi al territorio e di creare relazioni umane, come forte è la consapevolezza che le comunità hanno bisogno di vivere esperienze che mettano insieme le persone su principi umani ed etici, improntati all’onestà e al rispetto della natura e dell’ambiente. Diversi anche i rappresentanti di altre realtà associative che hanno aderito alla manifestazione; si citano “SOS Rosarno”, la “Biblioteca Salvatore Corso Onlus”, la “Delegazione Vibonese di Italia Nostra”, la “Dieta Mediterranea di Riferimento” di Nicotera, il gruppo Ioga di Rosarno, il laboratorio artistico “TuiaArte”. Hanno partecipato inoltre il prof. Antonio Pugliese dell’Università di Messina e socio onorario Alma Tellus, il maestro costruttore di lire calabresi Francesco Braccio, gli artisti Turi e Jaja. Nel contesto della giornata, significativo, come ormai è nello stile dell’associazione Alma Tellus, il conviviale, la condivisione del cibo come momento fondante delle relazioni, frutto del lavoro onesto nel rispetto della terra e delle sue creature. In un anno di attività le adesioni all’associazione sono state in continuo aumento, tanto che adesso sono circa 80 i soci che condividono questa esperienza, per riappropriarsi di uno stile di vita e di una coscienza etica che parta dal cibo, dalla cura della terra e della sua anima che è dentro l’humus, per combattere un sistema che ha prodotto e produce inquinamento e malattia, nell’economia e nelle relazioni umane, con la manipolazione delle informazioni e dei desideri, oltre che degli organismi, rendendo anche l’uomo un ingranaggio e un prodotto di questo modello alienante che anestetizza e narcotizza le coscienze. Oggi, il modello produttivo basato sul consumismo, sulla mercificazione e sul profitto, ha dissacrato e massacrato il valore della bellezza e della spiritualità, che si è tradotto nell’arroganza e nella prepotenza, del fratello che opprime il fratello, generando paura, violenza e ingiustizia. Lo stesso Ulisse, rivolgendosi al ciclope Polifemo, lo ammoniva perché non conosceva “né leggi né giustizia”. La legge non ha alcun valore senza giustizia e diventa essa stessa fonte di arbitrio, strumento dei poteri (sia legali che illegali) per opprimere il più debole, chi è diverso e non si omologa al sistema, per produrre degrado, ingiustizia e generare paura: in questo contesto proliferano la criminalità e la sopraffazione della dignità umana. Il messaggio e l’impegno dell’associazione culturale Alma Tellus è un invito a fermare questa corsa sempre più sfrenata, a ripensare alla propria vita, alle relazioni umane e sociali, ai meccanismi sempre più perversi e ai processi di cui siamo tutti vittime predestinate. Si sta generando un movimento che coinvolge non solo il territorio del Vibonese ma anche quello regionale, accomunati da questa tensione e ricerca del valore insito nella natura e nel rispetto dell’essere umano. Concetti e rapporti che rappresentano la chiave per leggere tutto quello che sta succedendo nella società e nei sistemi produttivi che hanno portato l’essere umano a perdere la propria salute e la propria anima. I processi industriali, con l’abbandono delle campagne, con la distruzione della civiltà contadina, hanno reso le comunità sempre più deboli, sempre più angosciate, senza più futuro, disgregando la cultura legata all’economia rurale. E così si sono inquinati non solo la terra, il cielo e l’acqua, ma soprattutto le relazioni e il rapporto con la natura, determinando artifici attraverso un uso sempre più pervasivo della tecnica. La sopraffazione e la criminalità imperano, i ricchi diventano sempre più ricchi e spregiudicati ed il divario aumenta in modo smisurato. È necessario ritornare ad una economia etica che sappia rispondere alle esigenze delle comunità e non alle lobby finanziarie e alle multinazionali. Solo attraverso il modello che è insito alla civiltà contadina si può sperare di invertire della rotta, altrimenti il mondo sarà destinato all’autodistruzione. Favorire e promuovere l’economia locale, fondata su una visione in cui a prevalere sia il sentimento di solidarietà, in cui il cibo diventa lo strumento fondamentale per una rinascita e per reagire agli oltraggi che sono stati perpetrati in modo indiscriminato alla terra e all’ambiente. La terra ritornerà protagonista e chi la lavora e la rispetta. I contadini, questa è la speranza, dovranno salvare la terra, e quindi, parafrasando Dostoevskij, rappresentano la “bellezza che salverà il mondo”. Dobbiamo saper contemplare la natura e riascoltare il Cantico delle creature.