Rombiolo in festa per i cento anni di Maria Concetta Contartese

Rombiolo centenariaI venti della Grande Guerra avrebbero spiegato le bandiere e gli stendardi nei mesi successivi alla nascita di Maria Concetta. Erano le 5 di mattina dell’8 aprile del 1914. Lei è figlia della primavera, di una natura ricca di fiori e di canti. E così che si presenta nel giorno del suo centesimo compleanno. Porta nel suo esile ma carico corpo tanta esperienza e intense emozioni, dove la sofferenza e i patimenti sono stati sublimati con una straordinaria forza ed energia vitale, sia umana che etica. Il tempo si è fermato nel suo sguardo quasi stupefatto, nel foulard colorato di blu che incornicia il suo volto emaciato e che narra il tempo, come una bambina che scopre il mondo e il mistero che lo circonda. Eppure la storia, quella del “secolo breve”, quella della cronaca tragica e crudele, che ha piegato gli anni e gli animi di tanti contadini come lei e di tanti diseredati, vinti dagli stenti e dalla ingiustizia umana che si è trasformata in terribile disumanità, per questa donna adesso, a distanza di un secolo, rappresenta una lontana eco filtrata nel vaglio dei suoi pensieri, che come un lontano orizzonte, ne sfumano i profili e ne smussano il peso. Ma viva e fervida è la sua voglia di creare racconti, di tessere le storie che appartengono al patrimonio della cultura orale, di creare una narrazione in cui la dura realtà delle lotte per una speranza di libertà e di dignità, si intesse con un desiderio di dare testimonianza di amore, ma anche di indignazione verso le sopraffazioni e il tradimento dei suoi ideali politici; ed ecco che viene fuori la sua anima rivoluzionaria, che ha segnato la storia del suo comune, Rombiolo. Maria Concetta è la depositaria della memoria collettiva della sua gente, della tradizione popolare, una fonte inesauribile che ispira e affascina come un’antica incantatrice che sa declinare la parola con quel naturale, innato e spensierato racconto, attrice consumata che guarda lo spettacolo della vita. Ma consumate sono le sue vicissitudini, fin dalla sua infanzia, da quando ha perso il padre a 12 anni, lo stesso anno e lo stesso giorno in cui a Moladi, paese natale dove tuttora vive, ad ottobre del 1926, il podestà Gianbattista Taccone, è stato fustigato da San Nicola, perché voleva mandarlo in pensione. Si racconta che il Vescovo di Mira, mentre nella notte il podestà scriveva una lettera da inviare a Lecce, sede dell’artigiano a cui aveva commissionato la nuova statua del patrono, sente la voce di San Nicola, il quale lo apostrofa e gli chiede se avesse avuto il coraggio di mandare via da casa la vecchia madre; l’altra versione vuole che lo abbia pesantemente bastonato (per questo nella chiesa ci sono due statue di San Nicola). Proprio il giorno in cui arriva la nuova statua, durante la processione, la madre riceve il telegramma che il padre si è spento all’ospedale Piemonte di Messina a causa di una appendicite; e siccome non avevano la possibilità di pagare le spese per il trasporto e per la malattia del padre (che ammontava a lire 900), le spoglie sono rimaste nella città dello Stretto, senza però un degna sepoltura. Rosario Contartese era uno dei tre letterati del paese, che ha insegnato alla figlia a firmare e a leggere, prima che morisse. Orfani del padre, con altri due fratelli, Domenico e Francesco, di cui uno più grande di lei, la famiglia sopravvisse tra stenti e disperazione, fin quando, sia la madre che il fratello più grande, e poi lei, non sono stati messi a trasportare cemento per la costruzione del canale per una centrale idroelettrica nella vicina San Calogero. Lei ha raccontato l’episodio toccante ed emblematico di come il caposquadra “mastro Girolamo”, originario di Tropea, all’offerta di dieci uova portati dalla madre, ringraziò per il dono, e la pregò di riportarle a casa ai propri figli. Così a 12 anni inizia l’esperienza del durissimo lavoro di questa donna, avendo superato la prova di trasportare un peso di 50 chili, a due lire al giorno, mentre il fratello Domenico,ne guadagnava quattro. La sua memoria corre all’occupazione delle terre nel ‘48. Uomini e donne in massa, con bastoni e zappe, simbolicamente segnavano i campi al loro passaggio, dal territorio di San Calogero, Torre di Campo, fino all’altipiano del Poro, nel comune di Spilinga. In quell’occasione, il fratello Domenico, venne arrestato ma liberato nello stesso giorno. Ricorda quando lo stesso ministro dell’agricoltura Fausto Gullo, venne a Rombiolo, acclamato come il “re del pane bianco”. La sua memoria e il suo volto si accende quando comincia a rievocare gli antichi canti di lavoro che appartengono alla tradizione popolare. Il tema è quello amoroso con l’elogio della bellezza femminile; in particolare, in uno di questi, è il parroco che si innamora di una fedele, abbagliato dalla sua avvenenza: (A chju postu chi v’addinocchiati/ nu mazzu di garompula pariti/Lu previti chi dicia la missa/ videndu chiji bellizzi si votau/ Dicitimi di cui è figghja chissa/ beneditta la mamma chi l’avanzau/ io stamatina non dicu a missa). L’elogio non è solo per la donna ma anche per l’uomo: (Giovani bellu pulitu e galanti/ la cuntentizza mia quando vi viu/comu nu giglio passati di Ka vanti/ Alzati su cappellu mu ti viu/all’occhi porti du stilli lucenti/ alle ciglia du petri diamanti/ mi fai camminari a passu lentu/ chi fai ‘ncamari a mia/chi su ka vanti/ vattindi o paradisu ku li santi/ ka tu ka ‘nterra fai moriri a genti/ mi fai moriri a mia/ka su ka vanti/ e ki notti e jornu/ taju ‘nta sta menti). Maria Concetta Contartese si sposa nel 1936 con Nicola Contartese e mette al mondo sei figli, Michele, Francesca, Armando, Rosario, Domenico e Caterina. Quando le si chiede quale sia il ricordo più bello, risponde la nascita dei figli. Per il resto racconta che lei è andata a “scola da fatica”. La madre, Barletta Caterina, muore nel 1967, all’età di 79 anni, mentre il marito, Nicola, nel 2009, all’età di 96 anni. Sabato 12 sarà festeggiata da tutto il paese con la partecipazione del sindaco di Rombiolo, Giuseppe Navarra e dell’amministrazione comunale, e nell’occasione si ritroveranno tutti i nipoti e i parenti, molti dei quali sono lontani.