Milano, omicidio di Pietro Mannisi le telecamere immortalano i sicari

Emergono sviluppi sul delitto del pluripregiudicato di 63 anni conosciuto come “il coccodrillo” ucciso nella notte tra sabato e domenica da due colpi di pistola alla testa. Si tratta di un regolamento di conti maturato in un contesto di droga, piccolo spaccio e debiti. A supportare le indagini sono le telecamere, che in una via non lontana dalla via dell’agguato, Caduti di Marcinelle, avrebbero ripreso immagini interessanti. I militari hanno definito un lasso di tempo abbastanza circoscritto in cui far rientrare l’esecuzione di Pietro Mannisi. La chiamata alla centrale dei Carabinieri è arrivata a mezzanotte e 25 minuti. L’ha fatta una coppietta di ventenni che si era appartata in quella zona e nel silenzio aveva sentito il rumore molto forte di un motore in accelerazione. I due si erano avvicinati all’auto in sosta, da cui proveniva il rumore e avevano fatto la macabra scoperta.

Sabato sera Pietro Mannisi aveva cenato a casa con la famiglia, era passato a prendere un caffè al bar che si trova a pochi passi da via Sagrado, a Sesto San Giovanni, e poi aveva aspettato che una delle figlie tornasse dal lavoro e gli consegnasse la sua auto. Quella di sua moglie, una C3 nera parcheggiata proprio davati a casa, aveva entrambe le gomme tagliate, quindi era inutilizzabile. A bordo della Cinquento chiara, quindi, Mannisi si era recato all’appuntamento con i suoi assassini. Era arrivato in via Caduti di Marcinelle, aveva accostato non lontano dal pacheggio di un supermercato e quasi subito è stato ucciso.