Acqua potabile a Tito, il parere dell’Istituto Superiore di Sanità

“I dati analitici trasmessi a questo Istituto, inferiori o prossimi al limite di rivelazione del metodo, non risultano di per sé associabili a rischi sanitari correlati al consumo delle acque; a titolo precauzionale può comunque essere raccomandata l’esecuzione sulle acque in distribuzione oggetto di interesse, di controlli di verifica di cui al D.Lgs 31/2001 e s.m.i. con particolare attenzione all’esame delle caratteristiche organolettiche ed ai parametri benzene ed altri VOCs, benzo(a)pirenene e idrocarburi policiclici aromatici, secondo i metodi di analisi indicati nello stesso decreto”. E’ quanto rileva e comunica l’Istituto Superiore di Sanità al Servizio Sanitario Regionale Basilicata dell’Azienda Sanitaria Locale di Potenza, e per conoscenza al Dipartimento Ambiente della Regione Basilicata, nel documento elaborato in risposta alla specifica richiesta di parere avanzata in seguito al presunto inquinamento idrico nel comune di Tito dove, in seguito ad analisi sulle acque prelevate in due abitazioni private erano stati riscontrati indicatori di idrocarburi totali espressi come “n-esano”. La Regione – è stato ricordato nel corso della presentazione alla stampa del rapporto oggi pomeriggio nella Sala Inguscio del Dipartimento Politiche per la Persona –   aveva immediatamente convocato un tavolo tecnico, il 6 febbraio scorso, al termine del quale era stato deciso di effettuare ulteriori tempestivi prelievi nei siti già esaminati e di estendere, il campionamento ai punti “prelievo” significativi della rete, e di sottoporre le risultanze analitiche alla ulteriore valutazione igienico-sanitaria dell’Istituto Superiore di Sanità. L’Istituto Superiore di Sanità, inoltre, “nel segnalare la insussistenza sotto il profilo formale e sostanziale di un valore di parametro riferito alla classe di idrocarburi nella vigente normativa sulla qualità delle acque destinate al consumo umano nel punto in cui queste sono rese disponibili per il consumo”, rileva che “il monitoraggio del parametro “idrocarburi” dovrebbe essere eseguito nelle risorse idriche di origine nel contesto della sorveglianza definita dal D-Lgs 152/2006 e s.m.i, integrata nei controlli previsti dal D.Lgs 31/2001”; e che “la sorveglianza della potenziale contaminazione da idrocarburi nelle risorse idriche da destinare al consumo umano, adottando i metodi sopra indicati e tenendo conto dei valori soglia stabiliti nel citato D- Lgs 152/2006, consente non solo di evidenziare precocemente un potenziale inquinamento, ma anche, se del caso, di definire una possibile definizione del territorio interessato nonché un trend di contaminazione che, unitamente all’analisi delle potenziali sorgenti di inquinamento, può consentire di prevenire e controllare efficacemente la eventuale presenza di inquinanti nelle acque di distribuzione”. “Il parere dell’Istituto Superiore di Sanità – ha affermato la vicepresidente e assessore alle Politiche per la Persona Flavia Franconi – contiene una risposta esauriente e inequivocabile, sia sulla procedura corretta seguita dalla Regione e dal tavolo tecnico composto da Asp, Arpab e Acquedotto Lucano, quanto sulla qualità e potabilità dell’acqua che sgorga dai rubinetti. Quella di oggi è una tappa nel nome della trasparenza, nei prossimo giorni comunicheremo anche i risultati delle analisi effettuate su indicazione del tavolo tecnico in tutto il territorio di Tito. Nel frattempo, sempre e solo a scopo precauzionale e di massima cautela, resterà confermata l’ordinanza di divieto di utilizzo dell’acqua potabile per le due abitazioni interessate dai prelievi. Per il futuro, così come emerso nelle riunioni del tavolo tecnico, i controlli anche su sostanze non espressamente previste dalla normativa vigente saranno estesi, sempre in chiave di massima prevenzione e tutela della salute dei cittadini, su tutto il territorio regionale”.