Torino, protocollo tra Polizia Municipale e comunità marocchina

Stamani il Comandante della Polizia Municipale Alberto Gregnanini ed il Presidente dell’Associazione AMECE (Association Maison d’enfant pour la culture e l’education) Mohamed Boussetta, alla presenza del Console Generale del Marocco a Torino Shaki Abdelaziz, hanno sottoscritto un protocollo d’intesa interculturale.

In Italia la comunità marocchina è la prima tra i migranti non comunitari, ed è la più giovane rispetto alle altre etnie con una età media di 29 anni e mezzo. I migranti portano con sé costumi, valori e tradizioni che possono far sorgere conflitti causati anche dall’incomprensione e dalla scarsa conoscenza, ed occorre quindi trovare strumenti e promuovere programmi particolarmente mirati alla tutela dei bambini e degli adolescenti, specialmente quelli a rischio di devianza.

La Polizia Municipale, con il suo Nucleo di Prossimità già particolarmente attento alle problematiche sociali, grazie alla collaborazione di mediatori culturali gestirà le segnalazioni ricevute dall’Associazione AMECE, si farà carico dei casi di abbandono scolastico, curerà la mediazione dei conflitti tra i giovani immigrati anche sensibilizzando le famiglie verso i bisogni e le esigenze dei propri figli, darà assistenza ed accompagnamento alle vittime di violenza domestica e si farà anche carico di assisterne ed accompagnarne gli autori.

Il Nucleo si interfaccerà con tutta la comunità marocchina diventando punto di riferimento e di aiuto. Il protocollo, che non comporta oneri di spesa, avrà efficacia sino al 31 dicembre e sarà automaticamente rinnovato alla scadenza per altri due anni.

“La firma del protocollo d’intesa multiculturale con la comunità marocchina”, ha commentato l’Assessore Giuliana Tedesco, “consolida la tradizione di dialogo tra la Polizia Municipale e le comunità straniere: accordi simili a questo sono stati firmati negli scorsi anni con la comunità romena e con quella filippina. L’obiettivo che intendiamo perseguire è costruire una rete di relazioni virtuose capace di informare, fare attività di prevenzione e ovviamente contrastare eventuali illeciti. Grazie a questa fitta rete di legami sul territorio il Nucleo di Prossimità riesce a diventare punto di riferimento anche per coloro che sono in Italia da poco tempo, e spesso non conoscono la nostra lingua”.