Potenza, Geologi chiedono di istituire il fascicolo del fabbricato

“Nell’esprimere il cordoglio dell’Ordine dei Geologi di Basilicata alla famiglia Favale per la scomparsa di Antonella, mi unisco a chi chiede che si discuta su cosa e come intervenire per migliorare il sistema di sicurezza del patrimonio edilizio esistente”. Così il presidente dell’Ordine dei geologi, Raffaele Nardone. “In Basilicata – aggiunge Nardone – conosciamo poco le “condizioni di salute” del patrimonio edilizio: però, sappiamo che buona parte di questo patrimonio ha più di 40 anni, che moltissimi edifici non vengono regolarmente sottoposti a interventi di manutenzione e che non pochi sono stati realizzati senza controlli capaci di verificarne la buona qualità costruttiva. Avviare un programma di conoscenza e verifica è estremamente costoso; è possibile, tuttavia, praticare un’adeguata prevenzione”. “Proprio nell’ottica di guardare al futuro, la Regione Basilicata – ha detto ancora Nardone – si dovrebbe dotare di un importante strumento di primo allarme che possa consentire a chiunque (proprietario o utente) utilizzi un fabbricato, di tenere sotto controllo immediatamente, ma anche in futuro, il rischio più grave. Un‘altra necessità, già discussa più volte, è istituire il “fascicolo del fabbricato” necessario per essere in grado di analizzare un edificio, il suo stato di salute, le condizioni strutturali, geologiche, sismiche e impiantistico-sanitarie. Oltre a ciò, bisogna far partire un’anagrafe immobiliare, considerato – ha sostenuto –  il pregio di quasi tutti i centri storici della nostra Regione caratterizzati da fabbricati anche ristrutturati che non possiamo permetterci di vedere crollare. Quindi il fascicolo del fabbricato assolverebbe alla duplice funzione di salvaguardare non solo gli edifici ma anche le vite umane. Questo crollo è un campanello d’allarme: in Basilicata, sulla base del 14esimo censimento Istat, circa 20 mila alloggi sono stati costruiti dopo il 1942 e almeno 120mila prima del 1960 con ben 70 mila in uno “scarso stato di conservazione” che rappresentano un terzo dell’intero patrimonio immobiliare privato, una percentuale tra le più alte in Italia”.