Firenze, carceri positivo l’operato del garante Corleone

Questo l’intervento del consigliere Stefano Di Puccio (Prima Firenze) in Consiglio comunale: “Da meno di un mese è pervenuta la relazione annuale del Garante per i diritti dei soggetti privati della libertà personale, che quest’anno ci dà anche un resoconto dell’attività decennale del Garante onorevole Franco Corleone, che va a sostituire nel ruolo di Garante Regionale il dott. Alessandro Margara. Quindi, vorrei fare un sentito ringraziamento per quanto il dott. Corleone ha saputo fare, un ringraziamento personale, visto che con lui ho avuto il piacere di lavorare in questi anni di mia attività consiliare, ma credo di poterlo fare anche a nome di tutto il Consiglio Comunale. Sono stati anni intensi e difficili, iniziati per me quasi in coincidenza con la morte in carcere a Roma di Stefano Cucchi e scanditi dalle morti, non certo per cause naturali, di altri detenuti anche nei nostri istituti di pena e spesso anche delle guardie carcerarie, anch’esse vittime di uno stesso male: il sovraffollamento che è solo la punta dell’iceberg. Leggendo la relazione del garante, e guardando indietro il percorso fatto, il bilancio potrebbe sembrare non soddisfacente, per noi che ci abbiamo lavorato quali membri della commissione, ma ancora meno se andiamo a chiedere un parere a chi in carcere vive come detenuto o lavora. Eppure, il lavoro svolto dal garante è stato un punto di riferimento indiscutibile per chi si interessa del problema. Ormai sappiamo tutti quali sono i problemi del carcere, e parlo di Sollicciano in particolare, dalla struttura edìle ormai vetusta e cadente, il problema dell’istruzione in carcere, della formazione professionale, per preparare i detenuti ad una vita normale una volta fuori dal carcere, o l’assistenza sanitaria e soprattutto una legislazione che provoca quel sovraffollamento che ci vedrà condannati a maggio dalla Corte Europea dei Diritti Umani se non poniamo rimedio. Insomma, se da parte nostra c’è stata un’analisi esatta delle problematiche che spesso ha portato anche dei contributi tangibili alle soluzioni, da parte delle istituzioni preposte non è corrisposta altrettanta efficacia nell’attuarle. E’ di questi giorni la firma un protocollo tematico tra Ministero della Giustizia, Regione Toscana, Tribunale di Sorveglianza di Firenze e Anci Toscana in cui si prevede la realizzazione di iniziative e progetti concordati, finalizzati a migliorare le condizioni del sistema carcerario regionale e di cui i giornali, in questi ultimi giorni hanno dato notizia riportando le dichiarazioni del Governatore della Regione Rossi. Fra i vari punti, dove si stanziano risorse e si individuano obiettivi precisi, e come attuarli, si parla, per esempio, di misure finalizzate al recupero ed al reinserimento di detenuti con problemi legati alla tossicodipendenza, ovvero individuare, in accordo con gli Enti Locali territorialmente coinvolti, comunità residenziali, anche a sfondo terapeutico, fino ad un massimo di 300 detenuti, attualmente ristretti negli Istituti di pena di Prato, Firenze, Lucca, Pistoia e Livorno indipendentemente dalla loro residenza anagrafica. Ben vengano tali iniziative purché si concretizzino davvero, con il coinvolgimento di quegli enti locali che non si trovino poi da soli a dover gestire questi numeri. Altrettanto dicasi per la ricerca di luoghi per custodia attenuata, per i detenuti in regime di semilibertà o per le madri detenute con bambini. e per tutti quei progetti che rendano più umana la pena detentiva. Insomma, a meno di quattro mesi dalla fine del nostro mandato, e con la scadenza imminente dell’ultimatum della Corte Europea, vorrei finalmente vedere realizzati quei progetti a cui da lungo tempo si lavora”.