Codroipo, ville venete del Friuli Venezia Giulia attrazione turistica

La Regione intende valorizzare le ville venete del Friuli Venezia Giulia per salvaguardare un importante patrimonio culturale ed utilizzarlo come polo d’attrattività turistica.

Lo ha confermato l’assessore regionale alla Cultura, Gianni Torrenti, dopo aver partecipato a Codroipo all’incontro “La rete di Ville ed il sistema integrato dei Comuni” insieme ai sindaci del territorio, ad alcuni proprietari ed al Consiglio di amministrazione dell’istituto regionale Ville Venete, che, in forza di una legge comune, opera sia in Veneto che in Friuli Venezia Giulia.

Ad illustrare i diversi settori d’intervento dell’istituto (finanziario, promozionale, di coordinamento, progettuale) è stata sia la sua presidente, Giuliana Fontanella, che i diversi componenti del Cda i quali, ciascuno in base alle proprie competenze, hanno evidenziato il potenziale operativo della struttura.

Per Torrenti si è trattato “di un incontro importante, perché ha consentito di approfondire la conoscenza del ruolo dell’istituto, la cui esperienza va utilizzata anche in Friuli Venezia Giulia”. Diventata un’istituzione regionale nel 1979, dopo essere stato dal 1958 Ente nazionale Ville Venete, questa realtà si è confermata, in oltre 50 anni di attività, fulcro della rinascita di moltissimi edifici di notevole pregio storico, con 1900 interventi e finanziamenti (a fondo perduto ed in conto capitale) per quasi 300 milioni di euro.

Un lavoro iniziato, ha ricordato la presidente, con la catalogazione di 4.234 ville, di cui 435 in Friuli, nelle province di Pordenone, Udine e Gorizia.

Appena un decimo del totale, ma comunque abbastanza per essere messe in rete con Villa Manin, come è stato detto oggi, e trasformarsi in un catalizzatore di nuova economia anche se, ha osservato Torrenti, il finanziamento da parte dell’istituzione pubblica della proprietà privata è compresso, salvo quest’ultima non rappresenti una valore per tutto il territorio, ed inoltre in tempi di contrazione economica bisogna avere il coraggio di scegliere gli interventi da effettuare.

Parlando di conservazione del patrimonio storico-architettonico della regione Torrenti ha osservato che in proposito sono già stati fatti degli errori, come ad esempio l’eliminazione, salvo due, dei tanti caffè storici che per Trieste potevano rappresentare un patrimonio ed un’attrattiva.

L’assessore ha quindi notato che la tutela delle ville venete, oltre ad essere un argomento comune a Veneto e Friuli Venezia Giulia, dovrebbe coinvolgere alche l’Istria e la Dalmazia come nuova area di interesse europeo e per gli storici legami culturali che legano il Nordest a questi territori.

Per quanto concerne la partecipazione della Regione all’attività dell’istituto, Torrenti ha dichiarato infine che è intenzione dell’attuale esecutivo portarla avanti, una volta risolto il problema tecnico della modalità d’intervento, ed ha espresso la volontà di approfondire un dialogo utile al mantenimento del brand delle “Ville venete”, importante anche per il Friuli Venezia Giulia.

All’incontro era presente il nuovo sovrintendente di Villa Manin, Pietro Coiutti, che ha confermato il coinvolgimento dell’Istituto delle Ville Venete nel futuro della storica villa.

Lo staff di Villa Manin sarà infatti impegnato nella presentazione del libro “Parchi e giardini storici del Friuli Venezia Giulia, un patrimonio che si svela” a Villa Venier (Venezia) il 13 febbraio, mentre il 22 febbraio la storica villa di Passariano ospiterà un incontro sul recupero di parchi e giardini e la loro fruibilità pubblica, tema questo su cui Villa Manin ha avviato un dialogo con il Cefap, Istituto professionale ad indirizzo agricolo di Codroipo, per la nascita di una nuova specializzazione proprio nella cura e nel mantenimento dei parchi pubblici di valenza storica.