Marascione strategico per vulture-lavellese

“Il progetto ‘Marascione’ che porterà, tra l’altro, all’irrigazione di circa 5.000 ettari nei territori dei comuni di Acerenza, Banzi, Genzano, Palazzo San Gervasio e Irsina, è strettamente collegato all’obiettivo dell’irrigazione di circa 19.000 ettari, nei territori di Venosa, Maschito, Forenza, Rapolla, Spinazzola in parte, Montemilone, Lavello e Melfi e pertanto è strategico per lo sviluppo agricolo di un’area molto più vasta qual è quella del Vulture-Alto Bradano-Lavellese”. Lo afferma Antonio Annale (Associazione Socialisti Riformisti Lucani) che sollecita un’iniziativa del sindaco di Lavello Altobello a sostegno di quella promossa dall’Amministrazione Comunale di Genzano perché “sventare il rischio di perdere i soldi del progetto non è certo un problema da delegare ad una sola Amministrazione locale. Non si sottovaluti – ricorda Annale – che tutti i programmi agricoli del Vulture-Alto Bradano passano dal necessario completamento dello schema irriguo Basento-Bradano perché solo garantendo servizi di irrigazione adeguati si possono creare le condizioni per accrescere la competitività delle produzioni ortive e di quelle pregiate del comprensorio dando risposte al mondo agricolo. Bisogna pertanto – ricorda Annale – raccogliere l’appello del Presidente Pittella alla mobilitazione politica ed istituzionale facendo sentire il sostegno delle istituzioni locali, dei partiti e delle organizzazioni agricole del Vulture-Alto Bradano sino alla cancellazione di quell’emendamento ancora più odioso ed antimeridionalista perchè sottrae risorse al nostro territorio per dirottarle a Milano. Una volta raggiunto questo obiettivo ci sarà il tempo per individuare responsabilità di ritardi ed inadempienze nell’esecuzione dei lavori innanzitutto da parte dell’Eipli, Consorzio di Bonifica Vulture-Alto Bradano e anche nei precedenti Presidente e Assessori all’Agricoltura e alle Infrastrutture. Come ci sarà il tempo in questa nuova legislatura regionale – conclude Annale – per mettere mano alla riforma della governance del sistema idrico, sia ad uso potabile che irriguo ed industriale, che registra ancora troppi enti in sovrapposizione di funzioni, oltre che per tutelare l’’oro blu’ rispetto ai continui tentativi di aggressione al nostro sottosuolo alla ricerca dell’ “oro nero” come è accaduto per le ricerche di idrocarburi in territorio di Palazzo San Gervasio”.