Limbadi, ordinanza vieta l’uso potabile dell’acqua

Nei giorni scorsi si è creato un certo allarme tra la popolazione a causa della poca chiarezza sulla questione acqua, e delle informazioni anche sono apparse sulla stampa. Interpellato il sindaco Francesco Crudo, ha precisato che l’ordinanza emanata il 20 ottobre, in cui si vietava l’uso potabile dell’acqua, è ancora in vigore,  ma il divieto non riguardava l’utilizzo igienico-sanitario. “Siamo in attesa delle analisi – ha spiegato il sindaco Crudo – per verificare se ancora sussistono ragioni per prolungare il divieto”. A tal proposito, ha ricordato che l’ordinanza è stata emanata in quanto c’è stato un problema di funzionamento dei cloratori, ma che sono stati prontamente sostituiti; per cui presumibilmente non dovrebbero sussistere problemi di potabilità, ma finché non si avranno i risultati delle analisi, l’ordinanza permane. Sulla questione, inoltre ha ricordato, che questi problemi sono sorti da quando la Sorical, la società che gestisce le risorse idriche della Regione, ha dichiarato inagibile il serbatoio dell’acqua per motivi strutturali, su segnalazione da parte della sua amministrazione. Per cui l’erogazione avviene in modo diretto con la rete idrica delle abitazioni e questo ha comportato una serie di problemi tra cui quello dei cloratori; e anche nel prossimo futuro questi problemi saranno di non facile soluzione, senza un serbatoio idrico.

A tal riguardo il coordinatore dei Sel di Limbadi, Antonio Taverniti, ha inviato una lettera al Presidente della Regione Calabria, al prefetto di Vibo Valentia, al sindaco di Limbadi e alla Sorical, per denunciare la pericolosità della struttura. In particolare per “l’ormai compromessa idoneità statica”, per le dimensione e per il sito in cui sorge il serbatoio, su un’importante arteria stradale, la provinciale 30 e a ridosso di alcune attività commerciali, nonché diversi stabili adibiti a civile abitazione. La pericolosità inoltre è resa ancora più grave “dalle numerose lievi scosse telluriche che frequentemente si verificano in aree non molto lontane aggravano il pericolo considerando che ci troviamo in un’area ad elevato rischio sismico”. inoltre, rileva il coordinatore di Sel Taverniti, non bisogna trascurare i disagi che la popolazione ha sopportato a causa della mancanza del serbatoio idrico; e considerato che “si è sempre fatta puntualmente carico degli oneri economici relativi all’utilizzo del servizio, facendo appunto vantare uno tra i più bassi tassi di morosità, sarebbe inaccettabile e beffardo assoggettare alla stessa popolazione i disservizi già registrati”. Fatta questa disamina, si invitano le autorità “ad affrontare seriamente e per tempo il problema ed a non attendere che ridiventi emergenza idrica,m o ancor peggio, tragedia”.

In merito alle notizie circolate in modo confuso nei giorni scorsi e che hanno riguardato presunte affermazioni della dottoressa Aurora Corso, medico di base, la stessa precisa che lei ha riscontrato che i problemi di gastroenterite sono un fenomeno anomalo, che si riscontra tuttora, mentre negli anni scorsi si verificavano soltanto nel periodo estivo. Certo non si tratta di un fenomeno allarmante, ma che qualche preoccupazione lo deve destare, in particolare sarebbe opportuno capire le cause dirette e indirette di questa patologia. Fatte queste dovute precisazioni, la Corso non può affermare che ci sia una legame diretto con l’utilizzo dell’acqua, ma non lo può escludere fin quando non verranno effettuate analisi epidemiologiche specifiche, in grado di escluderlo.