Limbadi, la Giornata mondiale per i diritti dell’Infanzia deve fare riflettere

La Giornata mondiale per i diritti dell’Infanzia che si è vissuta ieri, deve far riflettere sul significato di tale ricorrenza. Il rischio, come tutte le ricorrenze, è che l’evento sia svuotato nei suoi contenuti più autentici e diventi una mera celebrazione carica di retorica. In primo luogo rappresenta un’occasione importante per rendere noti dei dati sempre più allarmanti su come i diritti dell’infanzia siano sistematicamente violati da parte degli stati che hanno ratificato la Convenzione internazionale dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, approvata dall’Onu il 20 novembre del 1989. Purtroppo, come si evince dai diversi rapporti,  la situazione sembra senza via di uscita: di fronte ad una crisi economica sempre più profonda, che nasconde la violazione dei diritti umani, schiacciati in modo inesorabile dagli interessi spregiudicati e criminali delle grandi lobby capitalistiche e finanziarie che lucrano sul disagio e sulla povertà, opprimendo e operando lo sfruttamento, i governi si sono accaniti a creare sacche sempre più vaste di povertà sia relativa che assoluta, con la storiella del rigore e dell’austerity. Le conseguenze si scaricano sulle fasce più deboli, bambini e anziani. Quale democrazia viene garantita quando quasi il 20 per cento della popolazione italiana soffre e vive il dramma della mancanza di lavoro,  mentre nelle mani di pochi si concentra la ricchezza?  Quali diritti vengono garantiti e quale futuro può essere prospettato per le nuove generazioni, quando l’ambiente viene violentato sia dalla cementificazione che dai rifiuti tossici? Che cosa stanno facendo le istituzioni per difendere i bambini a rischio da questi pericoli? Quale politica di tutela e di salvaguardia è stata messa in campo? Solo propaganda finalizzata a narcotizzare ed ad anestetizzare le coscienze, per mantenere privilegi, soprusi e corruzione, alimentata di chi detiene da decenni posti di potere. Si è creato un sistema autoreferenziale incapace antropologicamente di rispondere ai bisogni e alla disperazione di gran parte dei cittadini che chiedono politiche sociali di equità e di solidarietà. Dietro l’ipocrisia delle buone intenzioni c’è il deserto morale, l’indifferenza e la disumanità; e aumenta l’angoscia esistenziale e materiale per le tante famiglie che sperimentano la mancanza di dignità. Non c’è più bisogno di ricordare i bambini che lottano contro la fame o massacrati dalle tante guerre, dalle malattie o dalla disperazione, che porta tanti migranti a sfidare la morte con i viaggi della disperazione. Un esempio emblematico lo abbiamo vissuto di recente con la tragedia di Lampedusa nei primi giorni di ottobre; ma ancora più devastante sul piano comunicativo e istituzionale, è quello che è accaduto nella Terra dei fuochi della defunta “Terra Felix” in Campania, dove l’avidità, la disumanità, o il silenzio criminale di tanti uomini delle istituzioni, continua ancora in modo assordante, e permette che molti residenti siano intossicati dai veleni sotterrati e dall’inquinamento dell’aria. Questi atti rappresentano il più grande crimine che si possa compiere al futuro di tanti bambini. Eppure si continua ad inquinare il corpo e l’anima della gente, senza che ci sia alcuna campagna di bonifica o di sensibilizzazione da parte di chi ha il dovere, morale e politico, di lottare contro questa connivente omertà totalitaria. L’associazione culturale Alighistos, in collaborazione della parrocchia di San Nicola, guidata da don Francesco Pontoriero, dell’associazione musicale Amadeus di Palmi (Reggio Calabria) e la partecipazione della sezione dell’Unicef di Vibo, della delegazione vibonese di Italia Nostra, dell’associazione culturale Alma Tellus, della Banca di Credito cooperativo di San Calogero, del circolo Acli di San Nicola, è da cinque anni che sta portando avanti un progetto di promozione dei diritti e della tutela dell’infanzia, attraverso una serie di iniziative. In particolare è stato istituito il “mese del fanciullo” (6 dicembre – 6 gennaio) e il progetto nazionale “Gli apostoli dei fanciulli”. Quest’anno ricorrono i cinque anni dalla sua istituzione e sono previste manifestazioni sia nella piccola frazione di San Nicola de Legistis che in altre località, per mettere in primo piano l’importanza umana, culturale e spirituale di salvaguardare il mondo dell’infanzia, attraverso la riscoperta del gioco sociale, delle arti espressive, del rapporto con la natura, ma nello stesso tempo lottare contro ogni forma di discriminazione e di ingiustizia sociale e umana e di inquinamento dell’ambiente. Il primo appuntamento sarà per l’inaugurazione del “Mese del fanciullo” il 6 dicembre, nella ricorrenza della festa di San Nicola, protettore dei bambini. Nell’occasione saranno promosse delle campagne simboliche, umanitarie ed ecologiche, affinché si possa costruire un mondo più giusto e più sano, dove i bambini possano crescere e vivere in armonia con l’ambiente sia familiare che sociale.