Rosarno, minacce ad imprenditore veneto arrestati Gregorio Cacciola e Michelangelo Garruzzo

Avevano imposto all’uomo la restituzione delle somme di denaro corrisposte in precedenza per un contratto di intermediazione finalizzato all’apertura di un distributore di carburanti. Per questo motivo, i Carabinieri dei Comandi provinciali di Reggio Calabria e Padova, in esecuzione di un’ordinanza emessa dal Gip reggino su richiesta della Dda, hanno tratto in arresto due imprenditori, Gregorio Cacciola, 62 anni e Michelangelo Garruzzo, 53 anni, ritenuti contigui alla cosca Cacciola di Rosarno, legata ai Pesce-Bellocco. I devono rispondere di estorsione continuata in concorso aggravata dal metodo mafioso.

Gregorio Cacciola, insieme a Michelangelo Garruzzo, che vive a Livenza, secondo l’accusa, ha costretto l’imprenditore veneto a restituire le somme versate a saldo di un contratto di intermediazione, stipulato il 9 luglio 2011 tra Domenico Cacciola, figlio di Gregorio, e la FederPetroli Italia. Cacciola, cugino del padre di Maria Concetta, la pentita suicidatasi ingerendo acido, avrebbe intimato alla vittima il rimborso di tutte le somme versate per l’acquisto del distributore, minacciandolo ripetutamente di morte, aiutato in questo da Garruzzo che dopo avere messo in contatto Cacciola con la vittima ha contattato l’imprenditore per sollecitargli la restituzione delle somme versate, alludendo a Cacciola quale appartenente ad un’importante famiglia mafiosa di Rosarno, disposto ad ucciderlo qualora non avesse saldato il presunto debito.