Poesia per l’estate, l’anima mia di Noela Firmian l’amore regalo di primavera, nella sua vivacità di colori e di sapori

    “Anima mia / candore sui miei grigiori / voce d’una coscienza inquieta / tronco che sorregge spostamenti del ventre, / tu. / Irragionevole freddo / dentro appiccato roghi / giovane volto d’amore. / Anima mia / mia ombra / spirito mio / che s’invola e plana nelle mie carni / come un falco reale / che sovrasta i suoi monti. /Anima / mia sola anima.” Sono i delicati e incisivi versi della lirica che dà il titolo alla silloge, della giovane poetessa romana della diaspora ma originaria di Soriano Calabro Noela Firmian, pseudonimo di Marianna Stirparo. Si tratta di una  selezione di liriche da una produzione poetica già vasta e ben accreditata perché riguarda le tematiche d’amore ampiamente intese come si conviene ad una poesia che oltrepassa i limiti spazio – temporali del suo concepimento e della sua scrittura, ma comunque legate all’ideale femminile ma non solo. Poesie d’amore, dunque, amore problematico; percorso, talvolta travagliato, di sensazioni colte nell’attimo del loro costituirsi in sentimento ed espresse poi sulla pagina per essere accolte come prezioso dono. Poesie d’amore perché, come scrive Filippo Stirparo, in prefazione, da “Lettera ad un amore lontano, sull’amore”, l’amore è “tutto ciò che possa dare all’anima uno scotimento profondo, dolce e insieme tormentoso, quello che si abbarbica in tutto il nostro essere e ci  allieta e ci dilania, ci estasia e ci irrita, ci dà il conforto di gioie inesprimibili e l’accoramento di malinconie profonde, la noia dell’esistenza e la voluttà di vivere”. E solo l’amore può salvare l’uomo, l’amore universale che sa rimarginare ogni ferita, sa comprendere e penetrare nella profondità dell’essere. L’amore regalo di primavera, nella sua vivacità di colori e di sapori, nel suo sbocciare di fiori e di emozioni. E la primavera, anche quando questa non coincide col tempo in termini meteorologici, diventa epoca di pace e di serenità. Ecco cosa scrive l’amica Noela in Primavera in dicembre: Ho scorto la felicità /sopra i rami bianchi /della mia trentesima primavera / in un inverno tutto da sgelare. / Ho ruotato sui campi di grano, senza posa /quando ancora lastre di ghiaccio / lo ricoprivano. / Ho parlato altre lingue / danzando fra sguardi indiani / immersa nelle acque di vecchi mulini a vento / e il profumo di tulipani in fiore /mentre la mia mano stringeva la tua mano. / Ho attraversato a piedi / ogni angolo di perduto mondo / un meriggio di dicembre / mentre la mia anima / s’appartava con te”. Versi che così bene descrivono i delicati paesaggi dell’anima e la maestosità della natura, amata ed esaltata con colori, odori ed una straordinaria percezione dei sensi. Attraverso la magia della parola riesce, Noela, ad esprimere l’intimo significato della vita, come nella lirica  Mia unica occasione sei. Leggiamola insieme. “ Mia unica / irripetibile occasione sei / vita. / Come il solco scavato una sola volta / dall’acque di fiume / merito dunque d’assaporarti / con ingordigia e sazietà. /Voglio mieterti / raccoglierti, percorrerti / sporcarmi della tua terra / impantanarmi nelle lagune tue. / Mia unica / irripetibile occasione sei / vita / e ti stringo forte / nella mia giovinezza / così come nella mia vecchiaia / lasciando indelebili segni / del mio stretto legame”. È questa una poesia che punta all’anima degli uomini e delle cose. Lontane da certi compiacimenti di moda, genuine appaiono le motivazioni della vita che sempre hanno una loro precisa identità quotidiana. La poetessa sorianese non ama, a giusta ragione, rinserrarsi nella torre della solitudine, ma da  abbandoni trae sollecitazioni per intime riflessioni e limpidi ripensamenti. E lo fa con un incedere elegante, scrittura raffinata, stile originale e luce propria anche quando si palesa un  riferimento a modelli classici. La poetica di Noela è un susseguirsi di immagini preziose, sapientemente descrittive, illuminate da guizzi inventivi che non puntano sulla spettacolarizzazione lessicale, ma rappresentano un indovinato assemblaggio tra ispirazione e risultato espressivo, tra forma e sostanza. Noela vuole raccontarsi e trasmettere lo stupore raccolto nell’indagine intorno all’uomo e ai suoi sentimenti. Nel deserto dell’indifferenza che ci accompagna, la poesia della nostra Marianna Stirparo è motivo di conforto e di speranza. Al di là dei motivi intimi di esperienze e ricerche, la poetessa afferma una sua realtà di paesaggio – anima con un felice ritmo di costruzione lirica. Anima mia oltre a raccogliere poesie, offre anche, in asterischi, delle note saggistiche filosofiche; i vari momenti sono uniti tra di loro da agganci nascosti con riflessioni di ampia incidenza sociale e umana come quando scrive: “ Seminare in superficie equivale ad avere il raccolto d’una sola stagione e una perenne infertilità” o come a pag. 91: “Saccente è colui che, avendo in mano il libro della conoscenza, legge soltanto i primi tre capitoli, pensando d’arrivare alla conclusione da solo. Non prevede che, quello che possiede, è soltanto il primo tomo di un’intera enciclopedia”. Al postutto, leggendo e facendo tutta mia la raccolta di versi di Noela ho ricordato ciò che Primo Levi attribuiva alla poesia: “lo strumento portentoso di contatto umano”.