Vibo Valentia, colpo alla cosca Tripodi arresti e sequestri

Eseguite 20 ordinanze di custodia cautelare emesse dal Gip su richiesta della Dda di Catanzaro. Gli arrestati, in prevalenza imprenditori, secondo l’accusa, sarebbero legati alla cosca di ‘ndrangheta Tripodi di Vibo Valentia che per gli inquirenti costituisce l’ala economico-imprenditoriale del clan Mancuso di Limbadi.

Beni per un valore di circa 40 milioni di euro sono stati sequestrati dai Carabinieri con l’ausilio delle Fiamme Gialle. Il decreto di sequestro preventivo è stato emesso dalla Dda di Catanzaro nei confronti di 19 aziende e 25 persone fisiche e riguarda 45 immobili (terreni, fabbricati e appartamenti), tra cui 2 bar in pieno centro a Roma e conti correnti.
Fra le contestazioni mosse dalla Dda al clan Tripodi di Vibo Valentia vi è anche il tentativo di acquisire appalti pubblici nel Lazio attraverso il promesso sostegno elettorale ad un candidato (non indagato) alle elezioni del Consiglio Regionale del Lazio 2010. Tale candidato è risultato poi eletto. Nello specifico, secondo gli investigatori, uno degli arrestati, il titolare della società Edil Sud, Francesco Comerci, 37 anni, sarebbe stato in contatto con Paolo Coraci, residente a Roma e fondatore di una loggia massonica e del movimento politico “Liberi e Forti”. Per l’accusa, nel 2010 Comerci avrebbe partecipato ad una cena elettorale per sostenere la candidatura al consiglio regionale del Lazio di Raffaele D’Ambrosio. In quella circostanza, sempre secondo l’accusa, Coraci avrebbe chiesto a Comerci il sostegno elettorale in favore di D’Ambrosio in cambio di appalti nel Lazio. Nè D’Ambrosio nè Coraci sono indagati. Nel Lazio il clan Tripodi aveva infatti pensato di estendere i propri “affari” e le proprie attività imprenditoriali. L’inchiesta denominata in un primo tempo “Atlantide” ed ora sfociata nell’operazione congiunta dei carabinieri e della Guardia di Finanza di Vibo Valentia denominata “Libra”, conclude una complessa e prolungata attività investigativa, che ha permesso di accertare l’operatività della cosca Tripodi, non ancora riconosciuta giudizialmente, ricostruendone le attività illecite nell’arco temporale 2006 – 2012, oltre alle dinamiche interne ed esterne, nonchè i variegati interessi economici in diverse Regioni. Associazione mafiosa, usura, trasferimento fraudolento di valori, estorsioni, frode nelle pubbliche forniture e detenzione di armi i reati, a vario titolo, contestati. L’infiltrazione nei lavori pubblici della cosca Tripodi – ritenuta una vera e propria holding della ‘ndrangheta – riguarda in particolare il settore dell’edilizia lungo a fascia costiera del Vibonese ed in altre zone d’Italia. L’operazione, oltre Vibo Valentia, interessa pure Brescia, Padova, Verona, Milano, Roma e Bologna. Il reato di usura sarebbe stato accertato nei confronti di un commerciante di autovetture vibonese, divenuto poi un testimone di giustizia che si trova attualmente sottoposto a programma di protezione.