Beppe Grillo il migliore alleato di Silvio Berlusconi

Niki Vendola rischia nuovamente l’isolamento elettorale se starà incollato al M5S

Quando non si riesce a gestire il 25% dei voti ottenuti alle ultime elezioni, per effettuare il cambiamento predicato durante la campagna elettorale, significa non avere né un programma, né uno spessore politico per governare l’Italia. Beppe Grillo non vuole il cambiamento. Gli interessa mantenere, politicamente, in vita Silvio Berlusconi e l’attuale stato delle cose per avere argomenti di cattiva politica da portare nelle Piazze affinché siano pieni di cittadini che inneggiano al comico. Per chi vive di spettacoli all’aperto non c’è di meglio.

Perché avvenga questo basta dire sempre no a qualsiasi forma di Governo. Ed è ciò che sta facendo: ha detto no a Pier Luigi Bersani, segretario dimissionario del Pd, per fare nascere un esecutivo che non comprenda altri partiti oltre il centrosinistra. Mani libere da ogni responsabilità di Governo e stare seduto sulla sponda del fiume ad aspettare che passi il cadavere del nemico, se mai passerà.

Nell’attesa come intende, il comico, realizzare il cambiamento della politica annunciato a gran voce in tutti gli spettacoli di Piazza.

Come potrà, il comico, obbligare chi governa ad abolire il finanziamento dei partiti (uno delle tante cose annunciate in campagna elettorale) se non ha voce in capitolo in tale decisione.

Un vero stratega politico, quando non ha la maggioranza assoluta dei consensi si cerca alleati per iniziare il percorso del cambiamento.

Pier Luigi Bersani gli aveva dato questa possibilità. Se fosse nato il Governo, come lo intendeva il segretario del Pd, si sarebbe potuto aprire veramente la porta del cambiamento iniziando dall’uscita di scena di Silvio Berlusconi e di quanti sono ritenuti obsoleti della politica. Sarebbe stata chiamata gente fresca per fare il Ministro ed il Sottosegretario. Si sarebbe eletto un Presidente della Repubblica diverso. Il prof. Stefano Rodotà non avrebbe avuto alcun problema per salire al Colle. Tutto questo non è accaduto e non accadrà perché il comico ha preferito le piazze piene, e gli italiani avvolti dagli stessi problemi, per ripetere sempre le stesse cose: “arrendetevi ed uscite dal palazzo con le mani alzate. Manderemo a casa gli incucioni”.

L’unica cosa che non si può disconoscere al comico è avere ridato la possibilità a Silvio Berlusconi di dettare l’agenda al Governo che nascerà. E tutti sanno quali sono le priorità ai quali il Cavaliere intende dare la precedenza per essere risolti.

Quando poi i sondaggi saranno favorevoli, il Cavaliere staccherà la spina al Governo di scopo, o come dir si voglia, e di nuovo al voto per tornare a sedersi sulla poltrona di primo Ministro.

Niki Vendola non commetta l’errore di cercare un legame stretto con il movimento di Grillo. In passato, elezioni politiche 2008, l’alleanza con forze politiche di sinistra estrema (Rifondazione Comunista, Comunisti italiani, Verdi) gli è costata cara in termini di consensi essendo rimasto fuori dal Parlamento insieme a tutta la coalizione che allora si chiamava arcobaleno.