Limbadi, consiglio aperto di condanna contro l’escalation degli atti criminosi

Non è la prima volta che l’Amministrazione comunale guidata da Crudo si ritrova a fare un consiglio comunale aperto per condannare gravi e vili atti criminali che funestano e inquietano il tessuto umano e civile del territorio comunale. Ma questa volta la Minoranza, guidata da Pino Morello e formata da Giacomo Legname, Costantino Luzza e Giuseppe Manco , ha deciso di non partecipare alla seduta, come segno di protesta per l’intreccio politico-mafioso emerso sugli organi di stampa. L’opposizione ritiene che “la trasparenza, la legalità ed il rispetto delle regole sono il fondamento della convivenza civile e, per quanto si evince dalle intercettazioni a Limbadi mancherebbe ogni forma di agibilità democratica e libera scelta dei cittadini” ed invitano il sindaco e la maggioranza a prendere in “considerazione la possibilità delle eventuali dimissioni di tutto il consiglio”. Nell’attesa si concedono “una pausa di riflessione”.

“ Sono sorpreso sia come sindaco che come cittadino” ha esordito a caldo Crudo, dopo che è stata data lettura delle motivazioni del documento. “Dovremo veramente dimetterci e lasciare il comune alla deriva?, ha ammonito il sindaco.  “Le supposizioni e i film di cui si discute colpiscono più gli amici della minoranza che noi”(il riferimento è stato alle intercettazioni che hanno coinvolto anche candidati e consiglieri nella “Lista democratica”). Non intende certo lasciare i cittadini allo sbando in un momento difficile. Le dimissioni sarebbero una resa ignobile e irresponsabile, soprattutto alla luce degli atti criminali “ai danni di cittadini laboriosi e onesti”.

L’altro fatto che senz’altro è da segnalare è stata la scarsa partecipazione dei cittadini. Come interpretarla? Si tratta di paura, di poca sensibilità civica o rassegnazione e solitudine che regna ormai incontrastata nel tessuto sociale della comunità …  Sono interrogativi che sembravano aleggiare nella sala consiliare che mostrava impietosa i banchi vuoti dell’opposizione.  In questa cornice il sindaco  Crudo, sentendosi toccato nella sua onorabilità di primo cittadino e nella dignità della sua amministrazione, ha attaccato duramente e a viso aperto per sgombrare ogni possibile ombra sul suo operato, affermando a più riprese che non ha nulla da nascondere. Ed ha invitato gli organi preposti a fare piena luce sulle insinuazioni e all’accertamento sollecito della verità.

In questo clima si è avviata la discussione di fronte all’escalation di atti criminosi negli ultimi tempi che hanno colpito cittadini e famiglie con danni gravi alle cose ma soprattutto hanno aperto una profonda ferita nell’anima delle vittime segnata dallo scoramento psicologico e da un senso di solitudine. La reazione di chi ha subito questi attentati si è consumata nella constatazione forse amara e sconfortata dell’indifferenza da parte della comunità.  A rilevare questo vuoto e crisi dei valori civili e sociali è stato Giacinto Carrieri (padre dei fratelli Carrieri, vittime dell’incendio di carattere doloso del furgone di lavoro nella notte della vigilia di Pasqua)  che anche a nome di Sinistra Ecologia e Libertà (Sel) ha sottolineato il vuoto della politica e la crisi dei partiti che portano poi all’isolamento sociale da parte dei cittadini e soprattutto sono i giovani ad essere i grandi assenti. In conclusione Carrieri si è chiesto con molta preoccupazione che cosa stia succedendo a Limbadi. Anche Emanuele Pata, la cui famiglia ha subito l’incendio di un capannone in località Santa Croce circa un mese fa e la distruzione di mezzi e attrezzi agricoli con un danno economico enorme, non ha potuto fare a meno di constatare la scarsa partecipazione dei cittadini, esprimendo la sua gratitudine al sindaco e alla sua amministrazione per aver indetto il Consiglio di condanna per questi vili atti. Il sindaco poi ha anche ricordato gli altri episodi come l’incendio subito dai fratelli Gallizzi nel capoluogo, su cui ancora si sta indagando per accertare se si tratti di atto doloso, e quello di un altro capannone della famiglia Barbalace, in località “Pallio”. Un’occasione questa, da parte del sindaco, per ringraziare le forze dell’ordine (presenti alla seduta i carabinieri della locale stazione) per il lavoro che stanno portando avanti, invitando i cittadini a collaborare per arginare questo fenomeno inquietante. Ad esprimere la solidarietà anche il capogruppo della Maggioranza Michele Monteleone, il quale ha espresso il sostegno di tutto il suo gruppo al sindaco e all’amministrazione impegnata nella battaglia per la legalità.