Papa Francesco invita a non chiudersi alla novità

“Non chiudiamoci in noi stessi, non perdiamo la fiducia, non rassegniamoci mai” ha detto durante la solenne Veglia Pasquale in San Pietro, la prima del suo pontificato. “Non ci sono situazioni che Dio non possa cambiare, non c’é peccato che non possa perdonare se ci apriamo a Lui”.

Bergoglio ha scelto la celebrazione più importante dell’anno liturgico, quella che annuncia la risurrezione di Gesù, per lanciare ancora una volta un messaggio di speranza. “Non chiudiamoci alla novità che Dio vuole portare nella nostra vita!”, è stata la sua esortazione ai fedeli. “Siamo spesso stanchi, delusi, tristi, sentiamo il peso dei nostri peccati – ha detto nell’omelia -, pensiamo di non farcela? Non chiudiamoci in noi stessi, non perdiamo la fiducia, non rassegniamoci mai: non ci sono situazioni che Dio non possa cambiare, non c’é peccato che non possa perdonare se ci apriamo a Lui”. “La novità spesso ci fa paura, anche la novità che Dio ci porta, la novità che Dio ci chiede”, ha affermato il Pontefice commentando l’episodio delle donne che vanno al sepolcro di Gesù e lo trovano vuoto.

“Siamo come gli Apostoli del Vangelo – ha proseguito -: spesso preferiamo tenere le nostre sicurezze, fermarci ad una tomba, al pensiero verso un defunto, che alla fine vive solo nel ricordo della storia come i grandi personaggi del passato”. “Abbiamo paura delle sorprese di Dio – ha aggiunto -; abbiamo paura delle sorprese di Dio! Egli ci sorprende sempre! Il Signore è così”.

Secondo Papa Bergoglio, invece, bisogna accettare che Gesù Risorto entri nella vita, accoglierlo “come amico, con fiducia”. “Se fino ad ora sei stato lontano da Lui – ha detto -, fà un piccolo passo: ti accoglierà a braccia aperte. Se sei indifferente, accetta di rischiare: non sarai deluso. Se ti sembra difficile seguirlo, non avere paura, affidati a Lui, stai sicuro che Lui ti è vicino, è con te e ti darà la pace che cerchi e la forza per vivere come Lui vuole”.

Nel corso della solenne liturgia, aperta col suggestivo rito delle luci e la processione nel buio della basilica alla luce del cero pasquale, concelebrata quindi con 30 cardinali, il Papa ha amministrato i sacramenti dell’iniziazione cristiana (battesimo, cresima e prima comunione) a quattro neofiti adulti: un albanese di 30 anni, un italiano di 22, un russo di 30 e uno statunitense di origine vietnamita di 17 anni.

E l’appello alla fiducia e alla speranza lanciato dal Papa, così caratteristico della sua figura di pastore umile e vicino alla gente, ha fatto eco al contenuto del videomessaggio da lui inviato per l’ostensione della Sindone, in questo Sabato Santo, trasmesso nel Duomo di Torino. “Questo Volto sfigurato assomiglia a tanti volti di uomini e donne feriti da una vita non rispettosa della loro dignità, da guerre e violenze che colpiscono i più deboli”, ha detto Bergoglio, aggiungendo però che lo stesso Volto della Sindone – il sudario che secondo la tradizione avrebbe avvolto il corpo di Gesù – “comunica una grande pace” e invita ad avere “fiducia”, a “non perdere la speranza”.