Roccella Jonica, i corpi carbonizzati sono di Francesco Coluccio e Maurizio Femia

La conferma è giunta dopo l’analisi del Dna effettuate sui resti delle due persone date alle fiamme insieme alla macchina di proprietà dello stesso Coluccio. Di quest’ultimo si erano perse le tracce qualche giorno prima, anche se nessuno aveva presentato denuncia di scomparsa. A trovare la macchina bruciata con all’interno i corpi, la Polizia di Siderno, che era stata chiamata per un intervento in contrada Salìce di Roccella Jonica, distante dall’abitato qualche km, lungo una strada interpoderale che si congiunge con Caulonia superiore.

Francesco Coluccio, detto “U ‘nzurru”, era un pluripregiudicato di 41 anni di Roccella Jonica, noto per reati contro il patrimonio, per lo più furti e rapine. A settembre dell’anno scorso aveva terminato l’ultimo periodo di carcerazione per una rapina compiuta nella Piana di Gioia Tauro negli anni passati e per la quale era stato condannato a 5 anni dal Tribunale di Palmi. Per questo era stato arrestato a Torino dove si era nascosto per qualche mese. Ed è proprio riferito a quel periodo di breve latitanza che il nome di Coluccio compare negli atti giudiziari di un’operazione di Polizia importante, quella denominata “Minotauro”, contro la ‘ndrangheta in Piemonte. Nel gennaio 2009, sono segnalati stretti contatti tra esponenti calabresi della ‘ndrangheta e gli affiliati al locale di Natile di Careri al fine di nascondere Coluccio in Piemonte.

Noto alle Forze dell’ordine anche Maurizio Femia di Marina di Gioiosa Jonica. Il fatto criminale più rilevante, che ha fatto sbalzare alla cronaca il nome di Femia, risale al 2006, quando venne arrestato, dopo una latitanza di circa un anno, per il tentato omicidio di Giuseppe Panetta di Locri, ferito con una coltellata al torace.