Elezione del nuovo Papa appuntamento con la Storia, la Capitale sotto assedio

Marzo mese intenso per Roma. Fari puntati sul Vaticano e sul Quirinale. L’Italia guarda al nuovo Papa e spera in un nuovo Governo. Indubbiamente l’elezione del nuovo Pontefice è un fatto che fa storia mentre quella di un nuovo Premier e di un nuovo Presidente della Repubblica rientra nell’ordinario ma in entrambi i casi il mondo guarda all’Italia.

E soprattutto a Piazza San Pietro che sarà presidiata con controlli extra agli accessi. Martedì ci sarà una sola votazione, perché i cardinali entreranno per la prima volta nella cappella solo all’incirca alle quattro e mezzo del pomeriggio. Nei giorni successivi, finché servirà, sono previste due votazioni al mattino e due dopo pranzo. Il camino della Sistina, come ha spiegato padre Federico Lombardi, direttore della sala stampa vaticana, verrà acceso tra le ore 10:30 e le ore 11:00 e poi tra le ore 17:30 e le ore 18:00.

Si attende la presenza di circa  5 mila persone fin dal primo scrutinio. Per venerdì 15 è già in programma la giornata “Viva il Papa” con tanto di processione della croce, segno che i pellegrini si aspettano che l’elezione sia già avvenuta.

E intanto alla vigilia dell’inizio del Conclave, si punta sull’arcivescovo di Milano, il cardinale Angelo Scola, che conterebbe su 37 voti. Suo “avversario” il brasiliano Pedro Odilo Scherer, che, invece, ne avrebbe 29 cardinali dalla sua parte. Ma molti cardinali sarebbero ancora alla ricerca di un nome che possa rappresentare una svolta per una Chiesa il cui problema è la “fuga” dei fedeli.

Le candidature emerse finora sono del tutto preliminari e non è detto che abbiano i numeri per arrivare al traguardo finale. Quella che ad oggi appare più forte, è la candidatura di Scola, nome su cui si sarebbe trovata una intesa a vasto raggio che poggia su una convergenza di cardinali stranieri, intenzionati ad affidarsi a una personalità italiana come quella del cardinale di Milano, stimatissimo da Papa Ratzinger, e di forte affidabilità sul piano della dottrina. Su Scola punterebbero diversi porporati americani, latinoamericani, nordeuropei, polacchi, tedeschi ma anche qualche italiano. Un fronte motivato anche dalla volontà di imprimere una svolta alla passata gestione della curia romana, segnata dagli scandali, con un personaggio dal profilo specchiato.

Il brasiliano Scherer, uomo a capo della più grande diocesi del mondo, San Paolo, è invece sostenuto da un grande elettore come Giovanni Battista Re, ed esprimerebbe una linea “conservatrice” e di continuità con l’attuale gestione della curia. Scherer, cresciuto alla Congregazione dei vescovi quando era guidata proprio da Re, ha sempre mantenuto un legame con Roma ed è molto addentro anche agli aspetti della gestione economica come membro della commissione di vigilanza dello Ior.

L’alternativa, se i due blocchi restano compatti e si confrontano per più votazioni, è che alla fine per superare lo stallo si punti su un terzo candidato di “mediazione” tra cui il franco-canadese Marc Ouellet, gradito a diversi latinoamericani anche per la sua passata esperienza in Colombia e come attuale presidente della pontificia commissione per l’America Latina, oppure l’ungherese Peter Erdo, uomo di frontiera con l’Est ma anche da tre mandati presidente dei vescovi europei.

Se neanche queste fossero le soluzioni percorribili potrebbe aprirsi la strada per degli outsider. Figurano i nomi del filippino Louis Antonio Tagle, considerato un “trascinatore di folle”, uomo di grande carisma e spiritualità ma fin troppo giovane dati i suoi 55 anni; il messicano Francisco Robles Ortega e l’italiano Giuseppe Betori.