Il giovane cantautore lirico Enzo Ferrari. Un bravo artista con la coscienza di dover ancora lavorare

 Seppur giovane, molto giovane, ha al suo attivo un curriculum artistico di tutto rispetto. Nell’anno  2012, testè trascorso, ha pubblicato il  suo primo album dal titolo “Cambio strada”! Un progetto versatile,  fresco e leggero, dai colori sfumati e parole che toccano l’anima. Sono undici  brani  intensi  che riqualificano la parola “pop”, riconsegnandola al suo significato più autentico. Testi e musica che si fondono in immagini fortemente evocative dal sapore semplice, originale, ma mai banale. Per questo suo progetto si è avvalso della collaborazione di affermati autori come Francesco Testa, Mario Mesolella, Luca Bussolotti ai quali va aggiunto il tocco di classe dell’arrangiatore e compositore  Max Rosati. Stiamo dicendo di Enzo Ferrari,  cantautore lirico leggero, nativo di Soriano Calabro, diplomato al Conservatorio in Canto Lirico, che ha intrapreso un percorso caratterizzato da esperienze e incontri che hanno contribuito alla sua crescita artistica e soprattutto umana, permettendogli di ottenere molteplici successi nei diversi campi della musica.  Un’esperienza molto importante è stata senza dubbio la sua partecipazione al CET, il Centro Europeo di Tuscolano diretto da Mogol, ottenuta dopo aver vinto una borsa di studio. E Mogol disse: “ Enzo Ferrari, un nome  garanzia di velocità e di vittoria!”. E scusate se è poco, detto da Mogol! Altro momento decisivo per il giovane cantante sorianese è stata la frequentazione  con Ennio Morricone col quale, assieme al Nuovo Coro Lirico Sinfonico Romano,  ha calcato alcuni dei più importanti palcoscenici italiani tra i quali, nel 2011, quello del Concerto del 1° Maggio di Roma.  E prima, nel 2008, ha duettato con Andrea Bocelli a Roma e a Laiatico al Teatro del Silenzio. E poi al Festival dei Due Mondi di Spoleto, 2009, con “L’Apokalipse” opera inedita di Marcello Panni, e, nel 2011, con il melodramma “Amelia al ballo” del compositore spoletino Gian Carlo Menotti.  Sono  sue le  esibizioni in Il Cristo sul monte degli ulivi, nella Nona di Beethoven e il Requiem di Verdi, tutte dirette dal M° Francesco Lavecchia presso l’Auditorium di Via della Conciliazione di Roma.  Nel 2008 con il Coro Lirico Italiano lo vediamo nell’ Aida di Verdi al Teatro The O2 di Dublino e su quello dell’ Odyssey Arena di Belfast e, nello stesso anno, è in tournèe in Francia con i “Carmina Burana” di Carl Orff.  Dal 2009 è attore comprimario nella “Traviata” di Giuseppe Verdi, messa in scena dal Coro dei Virtuosi d’Opera di Roma.  Frequenti sono inoltre i suoi live nei locali più famosi della Capitale dove, oltre a presentare la sua musica, si esibisce spesso in spettacolari performance estemporanee: indimenticabile la jam session con i Metallica in un locale di Testaccio o le jam del lunedì al Garlic Show organizzato dal cantautore Mauro di Maggio. Ci fermiamo qui chè il percorso artistico fin qui espresso da Enzo Ferrari è ancora lungo e variegato. Ma sicuramente di maggior prestigio sono le  sue esibizioni con il Coro Interuniversitario al cospetto di Papa Giovanni Paolo II.  Senza  tema di essere smentiti possiamo dire di essere davanti ad un artista molto versatile ed eclettico: dalla lirica al pop è tutta una passione espressa con intelligenza e professionalità.  Noi lo abbiamo voluto sentire per farci entrare nel suo mondo raccontando di sé e della sua straordinaria esperienza. D. Come nasce la tua passione per il canto lirico? R. Ho sempre cantato, sin da bambino. E’ una passione che nasce con me. A cinque  anni ho iniziato a mettere le mani su una tastierina Bontempi che mi aveva regalato mio zio e a 12 anni lo studio del pianoforte. A 19 anni entro in Conservatorio. Ho la fortuna di poter crescere come  artista cantando in diversi cori lirici nella capita e all’estero: Giappone, Francia, Irlanda, Uzbekistan. D. Hai qualche artista cui ti ispiri? R. L’ispirazione è dalla bella musica e quindi dai grandi interpreti. Mi considero un eclettico perchè amo tutti i generi, dalla lirica alla musica pop.(Verdi, Morricone, Beatles, Sting, Battisti, De Andrè ecc…). D. Cosa rappresenta per te la musica? R. È un’estasi divina, è il sottofondo della vita, nutrimento dell’anima. La musica è una delle forme più belle e naturali che l’uomo sia riuscito a sviluppare nel suo cammino verso la ricerca della pace interiore. D. Sei autore di 11 brani che fanno parte del tuo primo album “Cambio strada”. Di che si tratta? R. In questo mio primo album ho avuto l’onore e l’onere di circondarmi di grandi autori e musicisti. Frankie Head, Mario Mesolella e Luca Bussoletti per quanto riguarda i testi. Per la realizzazione del disco, una figura di rilievo nel panorama musicale italiano, Max Rosati, chitarrista e produttore artistico di tanti artisti italiani tra cui Massimo Ranieri, Teresa De Sio, Gianni Togni per citarne alcuni. E la partecipazione di grandi musicisti tra i quali: Moreno Viglione, Cristiano Micalizzi, Marco Rovinelli, Danilo Bigioni, Sergio Dileo che  hanno reso al meglio le mie idee musicali. Un grazie particolare va a Livia Palone e Nina Monti, per la fotografia e la grafica del disco. “Cambio strada” è il titolo per dare il senso dei miei molteplici cambiamenti artistici; mi trovo spesso a un bivio, in questo caso tra lirica e pop. Ho scelto Il pop d’autore per una raccolta di mie canzoni, che più mi rappresentano. D. Qual è il momento in cui componi? R. Non ho un preciso momento in cui compongo, perchè è molto istintivo l’atto in cui nasce la canzone. Per quanto mi riguarda se dovessi scegliere un momento, scieglierei la notte, perchè la notte racconta, ascolta ed amplifica, tutto si fa enfasi per le anime silenti. D. La musica è solo un hobby o un futuro su cui investire? R. La musica è la mia più grande passione? Se la risposta è positiva allora è opportuno intraprendere questa strada con l’obiettivo di farne un mestiere, altrimenti si può continuare a fare musica per hobby. Non esistono mestieri facili e mestieri difficili, quindi in qualunque campo ci vogliono impegno e massima  professionalità. La musica può essere un faro e generare, oltre ad occupazione ed opportunità di lavoro anche progresso culturale. Nelle epoche storiche ci sono stati musicisti che sono stati finanziati dai mecenati. Oggi la musica è invece passata da mezzo per dimostrare il proprio prestigio a semplice diversivo dalla quotidianità. Io la vivo come passione e lavoro, nonostante questa crisi globale.. Gli scenari possibili sono due: o ci si scoraggia e si cola a picco definitivamente oppure si raccolgono le forze residue e si cerca di risollevarsi. Comunque per questo mio progetto ho investito tanto e spero un giorno di essere ripagato.