Marino, imprenditore teneva in un bunker reperti archeologici di grande valore

Le sorprese sono emerse quando è stata aperta una porta che conduceva in un sotterraneo tramite una scala buia e scalcinata. I militari dell’Arma hanno percorso il cunicolo fino ad una sorta di bunker, costruito con tufi e composto da vari ambienti illuminati da lampade fissate al soffitto e dotati di un sofisticato impianto di areazione collegato con l’esterno. In una stanza erano custoditi numerosissimi reperti archeologici tra anfore di varie dimensioni, vasi, frammenti di mosaico, parti di colonna, teste di statua di marmo ed altri resti risalenti al VIII e VII secolo A.C. e medievale.

Un’altra stanza era adibita a laboratorio per la coltivazione della marijuana, che era dotata di vari ventilatori, deumidificatori, neon specifici, vari teli, un impianto elettrico artigianale, taniche di solvente e dove sono state rinvenute 149 piante, 1,36 kg di foglie e 1,730kg di marijuana in fase di essiccazione.

Durante la perquisizione in casa di un imprenditore edile di 42 anni è stato anche rinvenuto un arsenale composto da 3 fucili con matricole prive o illeggibili, 907 munizioni risalenti all’ultimo conflitto mondiale, una carabina ad aria compressa con matricola abrasa e 77 cartucce calibro 22.

Tutto il materiale è stato sequestrato e sarà sottoposto alle relative verifiche. L’arrestato, incensurato, è stato condotto al carcere di Velletri con le accuse di detenzione di munizionamento da guerra, detenzione abusiva di armi e coltivazione e detenzione di sostanze stupefacenti.

L’imprenditore ha provato a giustificarsi con i Carabinieri affermando che le armi in suo possesso le aveva rinvenute in alcuni fabbricati, di proprietà di suoi clienti, durante dei lavori di ristrutturazione mentre i resti archeologici li aveva scoperti facendo immersioni subacquee.