Marino, tenta di sedare una rissa massacrato di botte l’ispettore di polizia Antonio De Vincentis

Stava rientrando a casa con la moglie dopo il cenone. Ha visto quattro scalmanati che si menavano davanti a un ristorante vicino alla “Fontana dei Quattro Mori”, simboli della località dei Castelli. È sceso dalla macchina. Si è identificato  e ha cercato di fermarli ma è stato investito da una scarica di pugni che lo hanno fatto finire in coma in ospedale.

Tre uomini sono stati portati negli uffici della Squadra Mobile, nella sede della Questura a Roma, e sono stati sentiti a lungo sull’aggressione. Tra loro ci sarebbe anche un pregiudicato legato al clan zingaro dei Casamonica. Le indagini, iniziate dal commissariato di Marino, diretto da Walter Di Forti, sono andate avanti per tutta la giornata con l’intervento della Polizia Scientifica. I quattro, stando ai testimoni hanno picchiato a mani nude. Quindi è presumibile che qualcuno porti i segni del pestaggio sulle nocche delle dita. È stato fatto anche un prelievo di Dna.

Antonio De Vincentis, 51 anni, di Marino, in servizio al commissariato Viminale, è stato prima soccorso all’ospedale ad Albano e poi trasferito d’urgenza al San Camillo dopo essere stato intubato. I medici lo hanno messo in coma farmacologico in attesa di operarlo. L’ambulanza che lo portava nella Capitale è stata assalita lungo il percorso da un gruppo di marocchini ubriachi. L’automezzo era vicino a viale Trastevere. Uno degli immigrati si sentiva male.

L’aggressione al poliziotto è avvenuta all’esterno del ristorante “Il Cappellone”. All’interno del locale il cenone stava finendo. Fuori gli scalmanati se le davano di santa ragione. Non è escluso, secondo gli investigatori, che oltre all’alcol ci fosse di mezzo la cocaina.