Casandrino, il professore Carmine Cerbera si è tolto la vita con una coltellata alla gola

Il docente di Arte è morto dissanguato, nonostante sia stato soccorso dalla moglie prima e dal personale del 118 poi. “Oggi dovrei essere gioioso perché ho conseguito la laurea specialistica. Ma sono triste perché il Ministro Profumo ci sta distruggendo il futuro – aveva scritto su fb – siamo precari a vita, ammettendo di essere fortunati”.

Carmine Cerbera, 50 anni, si sentiva sconfitto dalla vita. Da settembre aspettava, come negli ultimi 20 anni, la chiamata per un incarico. Si era lamentato per la proposta del Ministro Profumo, di elevare a 24 ore settimanali l’orario di servizio dei docenti.

In un colpo cancellati 20 mila tra incaricati annuali e supplenti. Sulla rete è scattata la protesta dei docenti precari. Intrisi di paura per chi come il docente di Casandrino si era visto sbattere la porta in faccia, dalla politica del risparmio a tutti i costi. Dopo aver abbozzato l’ultimo quadro si è chiuso a chiave in bagno. Con colpo secco si è reciso di netto carotide e giugulare. La moglie, intuendo qualcosa, ha tentato di forzare la serratura. Ha chiesto aiuto ai vicini che sono riusciti con una spallata ad aprire la porta. La moglie ha tentato di arrestare la devastante emorragia, in attesa dell’arrivo dei sanitari del 118. La vita precaria dell’uomo è finita sotto l’urlo della sirena dell’ambulanza a metà strada tra Casandrino e l’ospedale di Giugliano.

Sul posto sono giunti gli agenti del commissariato di Frattamaggiore, diretto dal vice questore Angelo Lamanna. La moglie ha confermato agli investigatori i tormenti del marito, che agli stessi familiari e agli amici, sembravano solo un aspetto “fisiologico” della vita precaria. Qualcuno pagherà per questa morte assurda? Qualcuno nelle stanze dei bottoni proverà “vergogna” e “disagio”?