Progetti e manifestazioni per risolvere i problemi

Ancora una volta, ci piace ricordare un episodio verificatosi, anni addietro, dopo un terremoto avvenuto in una regione del centro dell’Italia.

Un cronista, in giro per i centri colpiti dal sisma, ha notato che, in un paese non molto disastrato, quasi tutti gli edifici apparivano perfetti. Il giornalista meravigliato ha chiesto il perchè al Primo Cittadino. La risposta è stata semplice ed efficace.

Eccola, grosso modo: “Ci siamo premurati di preparare i progetti per potere ottenere i relativi finanziamenti”

Nella nostra città, invece, attendiamo che la manna ci arrivi dal cielo.

Attendiamo di ricevere i soldi delle royalties per lavori che non hanno niente a che fare con le finalità previste e desiderate dall’Eni e dal Governo.

Pretendiamo che l’aeroporto non chiuda i battenti inviando una semplice lettera di protesta, anzichè i Sindaci di tutti i Comuni del crotonese non si prendano la briga di recarsi a Roma per conferire con il Ministro on. Passera per spiegare de visu la necessità di non chiuderlo.

Non organizziamo una grande manifestazione di popolo tutti i Comuni della fascia ionica, al fine di far sentire la nostra forte “voce” alle Ferrovie dello Stato ed al Governo Centrale.

Ecco, è il nostro silenzio; la nostra rassegnazione; il non agire a determinare la precaria situazione odierna. Situazione che tende ad incancrenirsi, costringendo gran parte degli abitanti ad andare via dai nostri centri.

E Crotone, città di immigrazione dai centri di tutta la Calabria, per oltre 70 anni, diverrà una città di persone autoctone che emigrano.

Anzi, continuerà a rimanere una città di immigrati, però di extra comunitari, divenendo fra 40 – 50 nni una città di africani. Ieri, alcuni centri del nostro circondario sono stati  occupati dagli albanesi. Un domani molti centri calabresi, compreso il nostro, saranno, forse, una prerogativa degli extra comunitari.

Crotone e la Calabria verranno “africanizzate” ???