Piano di Zona Cividalese 2013-2015 – necessità e bisogni di 17 comunità

Si è tenuto di recente un incontro pubblico, a Cividale del Friuli (Ud), sul “Piano di Zona 2013-2015” rivolto ad amministratori, operatori, cittadini e a chi ha aderito ai tavoli di lavori. Lo organizza l’Ambito Distrettuale del Cividalese che comprende 17 Comuni, da Drenchia a San Giovanni al Natisone fino a Remanzacco. L’iniziativa, cui hanno preso parte anche i referenti dell’Ires di Udine, è nata per illustrare gli obiettivi strategici locali e le fasi del percorso di costruzione del Piano di zona 2013-2015 approvate dall’Assemblea dei sindaci dell’Ambito. Tra gli obiettivi dell’incontro anche quelli del confronto sulla lettura partecipata dei bisogni del territorio, della condivisione sul percorso e sugli aspetti organizzativi dei tavoli di consultazione e coprogettazione. “L’iter che riguarda la costruzione del Piano di zona è molto complesso e delicato – spiega Tiziana Iaconcigh, vicesindaco del Comune di Prepotto e delegata dal presidente dell’Assemblea dei sindaci dell’Ambito a seguire questo specifico settore -. Il territorio, infatti, è molto vasto, non omogeneo dal punto di vista geografico e della distribuzione e densità delle popolazioni insediate. Per questo è fondamentale la partecipazione di tutti e la massima collaborazione tra gli amministratori municipali. In questo senso, tutti gli operatori e i referenti i 17 Municipi hanno lavorato e lavorano in stretta sinergia”. “Il lavoro che si vuole compiere col Piano di zona 2013-2015 vuole ampliare lo sguardo verso la comunità, attivando strategie per la sua crescita e sviluppo – spiega Stefano Balloch, presidente dell’Assemblea dei sindaci dell’Ambito e sindaco di Cividale del Friuli -. Al centro c’è il territorio, inteso come contesto dove le persone vivono e si incontrano, dove nascono i problemi, ma dove indubbiamente esistono anche le risorse per potervi far fronte, insieme. È importante, quindi, la partecipazione di tutti i cittadini: ognuno può dare il suo contributo, portare all’attenzione degli altri un bisogno ed essere, al contempo, informato sui contenuti e le finalità del Piano di zona”.   Problematiche e risposte al disagio sociale 2009-2011 Bisogni dei giovani Per i bisogni dei giovani, in base a un questionario sottoposto a ragazzi di età compresa tra gli 11 e i 13 anni emerge come il 28% di loro senta la necessità di aggregarsi e di socializzare; il 25% sente il bisogno di un rapporto significativo con i genitori che sia basato su ascolto, attenzione e fiducia; nel 22% dei casi emergono problematiche relative a comportamenti connessi all’uso di sostanze, alcol, fumo, oltre a problematiche di relazione scorrette. Il 10%, infine, ha bisogno di strutture e di attività sportive, di spazi verdi attrezzati per il tempo libero. Bisogni dei genitori con figli I bisogni dei genitori, di contro, che hanno figli di età compresa tra i 9 e i 13 anni, per il 29% sono di necessità/bisogno di tipo economico, lavorativo e ricerca del benessere; nel 20% emerge la necessità di poter disporre di luoghi di aggregazione, servizi e strutture dove poter lasciare i figli e, in generale, di strutture di sostegno; il 14% chiede un miglioramento dei servizi, il 13% vorrebbe vivere in un ambiente più solidale e di aggregazione/comunione con le altre famiglie; il 10% degli intervistati ha bisogno di conciliare i tempi del lavoro con quelli dedicati alla famiglia, il 9% desidera più spazi verdi attrezzati, strutture sportive e piste ciclabili e, infine, il 5% chiede un sostegno alla genitorialità. Problematiche di minori, adulti e anziani Per i minori le problematiche prevalenti per cui si attiva costantemente l’Ambito sono sostanzialmente tre: legate al ruolo genitoriale (92 utenti); legate alla scuola (45 utenti); legate a disabilità (83 utenti). Per gli adulti l’Ambito registra, tra gli utenti seguiti, perlopiù problematiche economiche (375 persone seguite e aiutate); seguono uomini e donne con disabilità o parziale autosufficienza (147) e, infine, 83 sono gli utenti in carico per difficoltà lavorative o disoccupazione di lunga durata. Le problematiche prevalenti negli anziani di dividono sostanzialmente in tre assi di intervento: a supporto dell’autosufficienza parziale (426 persone), della completa non autosufficienza (225) e dell’assistenza adulti-anziani (211). È evidente come le persone non più giovani rappresentino la percentuale più elevata di cittadini in carico al servizio sociale (47%), seguiti subito dopo dagli adulti (41%) e in misura più contenuta dai minorenni (12%).

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