Trapani, in manette anche Giovanna Purpura amante di Salvatore Savalli

Nuovo sviluppo nelle indagini per il brutale omicidio della casalinga siciliana al nono mesi di gravidanza, uccisa e poi carbonizzata. La Procura trapanese ha deciso il fermo anche dell’amante del marito della vittima, Giovanna Purpura, di 39 anni che viveva in casa della famiglia Savalli e che era sul luogo del delitto. “Concorso in omicidio premeditato con l’aggravante della crudeltà”. Quest’accusa contestata dai magistrati di Trapani che hanno disposto il fermo.

La decisione è maturata dopo l’ultimo interrogatorio in carcere di Salvatore Savalli, già accusato di aver ucciso e dato alle fiamme la moglie nelle campagne di Trapani. A quanto pare la svolta nelle indagini sarebbe arrivata dalle dichiarazioni di Savalli secondo il quale l’amante non avrebbe avuto un ruolo di semplice “spettatrice” dell’atroce delitto. Anzi l’uomo ha scaricato ogni responsabilità sull’amante. “Giovanna ha prima colpito mia moglie con un piccone – avrebbe raccontato l’uomo al gip – e poi ha cosparso il suo corpo di benzina appiccando il fuoco”.

Giovanna Purpura era già stata interrogata come persona informata sui fatti e non aveva affatto negato la sua presenza sul luogo del delitto. “Ha fatto tutto lui -avrebbe detto la donna- ed io sono rimasta impietrita mentre la colpiva e poi le dava fuoco”. Da parte sua Savalli aveva invece cercato di farla franca denunciando ai carabinieri la scomparsa della moglie. A far definitivamente naufragare la sua fragile e contraddittoria ricostruzione era poi stato il racconto dei tre di figli della coppia di 17, 15 e 14 anni che hanno racconto di quella terribile situazione familiare. Con il padre che maltrattava la moglie e che da tempo aveva imposto in casa anche la presenza di “quella lì”, l’amante Giovanna Purpura. Successivamente gli inquirenti hanno accertato che erano entrambi presenti sul luogo del delitto. Ma durante gli interrogatori hanno cominciato ad accusarsi a vicenda.