In nome dei tagli curarsi è diventato un di più

Le Regioni dovranno ridurre i posti letto negli ospedali, un taglio di circa 18 mila posti, pari a 0,3 per mille abitanti. Cura dimagrante anche per gli statali con assunzioni ridotte, taglio del 10% del personale e del 20% dei dirigenti. E’ quanto prevede il decreto sulla spending review. L’operazione consentirà risparmi per 26 miliardi in tre anni: 4,5 miliardi per il 2012; 10,5 per il 2013 e 11 per il 2014. Sterilizzato l’aumento dell’Iva che scatterà dal primo luglio 2013, mentre a decorrere dal 2014 il rincaro sarà dello 0,5%.

Novità nella scuola. Iscrizioni, note, sospensioni e pagelle viaggeranno on line. Il Consiglio dei Ministri ha dato anche il via libera al taglio dei tribunali: via 37 sedi giudiziarie e 38 procure.

Critici i sindacati. La leader della Cgil, Susanna Camusso, parla di “un’altra manovra recessiva” e il numero uno della Cisl, Raffaele Bonanni annuncia la mobilitazione in difesa degli statali. Sono in tutto 969 gli uffici soppressi con la revisione delle circoscrizioni giudiziarie: 674 sedi di giudici di pace, 220 sezioni distaccate, 38 procure e 37 tribunali. Il Guardasigilli Paola Severino lo ha definito un provvedimento “epocale”. Sulla giustizia “non sono possibili tagli indiscriminati ma solo risparmi destinati a creare efficienza”, ha aggiunto il Ministro

Per la sanità, Massimo Cozza, segretario della Fp Cgil Medici, stima che per effetto della spending review chiuderanno circa mille reparti negli ospedali, presumibilmente i più grandi, di tutta Italia. Nel testo si scrive chiaramente che il taglio dei posti letto, circa 18.000 in meno entro novembre, dovrà avvenire “esclusivamente attraverso la soppressione di unità operative complesse”, ossia proprio di reparti. “Considerando che in media un reparto – spiega Cozza – ha 17,5 posti letto, e i posti letto da tagliare sono 18.000, si arriva alla somma di quasi mille reparti che chiuderanno i battenti”.