Gianfranco Fini è in campagna elettorale

Aprendo l’assemblea nazionale di Futuro e Libertà a Roma fissa i suoi paletti. Sostegno convinto al Governo Monti, impossibilità di alleanze col PdL finché resta in piedi una prospettiva di intesa tra Berlusconi e la Lega, rilancio su un nuovo polo dei moderati. Ma Fini manda un chiaro avviso all’Udc che ragiona di strategia col Pd, la foto di Vasto è ancora lì, “molto più solida dopo le amministrative. L’alleanza Pd-Idv-Sel è stata premiata, non si può pensare di archiviarla prescindendo dal dato elettorale e politico. Vendola ha ragione quando dice a Bersani che non può pensare di staccare Di Pietro da quella foto”. “Tutto potrà accadere tranne che FLI si trovi a fianco di chi ha contestato il governo Monti fin dalla nascita”. Questo, ha sottolineato, vale per sia per Sel che per la Lega Nord. E “il PdL – ha evidenziato Fini – ha ancora come prospettiva un’intesa con la Lega”.

Fini ha annunciato di garantire che “il 50% dei candidati nelle liste siano donne, senza quote. Candidati e candidate siano in numero pari”. Proprio il connubio PdL – Lega Nord sarebbe, per Fini, alla base di un probabile fallimento delle grandi riforme. “Dobbiamo intestarci – ha esortato – la proposta di una grande Assemblea Costituente nella prossima legislatura. Temo che questa si concluderà con un nulla di fatto per la iniziativa propagandistica di PdL – Lega e per l’accordo baratto che al Senato ha bloccato riforme che sarebbero state condivise da un’ampia maggioranza, su federalismo e presidenzialismo”.

Fini pensa a “un polo riformatore patriottico europeo, che si occupa di offrire agli italiani un serio progetto politico”. Rivolgendosi in particolare all’Udc, ha spiegato. “Nessuno è in liquidazione, nessuno pensa di  scomparire, ma non possono essere solo due soggetti” a costituirne uno nuovo che deve essere “aperto anche alla società civile e la verifica sulla fattibilità deve avvenire nelle prossime settimane”. Una “fase”, l’ha definita Fini, che dovrebbe portare FLI a essere motore di un progetto di un nuovo polo. Fini ha annunciato per fine settembre “un’assemblea costituente” del polo moderato a Roma, “un’assemblea dei Mille per l’Italia. Ma non devono essere coloro che già hanno la tessera di FLI. Il tempo delle comparse dell’Aida è finito da tempo: dobbiamo essere aperti ad altri soggetti e anche a chi oggi fa parte del Governo, e non mi riferisco a Monti”. Aperti ad altri soggetti ma anche aperti alla modernità. Sulla famiglia, Fini ha rassicurato il mondo moderato, “nessuno la mette in discussione, ma senza timori” e superando le “resistenze interne al partito” sarebbe opportuno regolare per legge “le unioni tra due persone diverse dal matrimonio, quelle che il Censis chiama nuovi format familiari”. In queste unioni Fini comprende anche quelle tra persone dello stesso sesso. “Il presupposto è che si parli di persone, e questo è un presupposto non credo contestabile. La famiglia è tra persone di sesso diverso, come dice la Costituzione. E questo è un concetto che non si tocca. Io uso il termine unione tra persone”, che va appunto normato. “Se la società italiana di oggi è profondamente diversa rispetto a quella della Costituente – ha spiegato Fini – dobbiamo fare i conti con la realtà e interrogarci sulla ragione per la quale continuiamo a essere una delle poche democrazie occidentali che non ha un quadro giuridico per definire diritti e doveri di quelle unioni stabili tra due persone diverse dal matrimonio”. Altra proposta di Fini, riguarda l’Imu. “Sia deducibile in tutto o in parte dalla dichiarazione dei redditi. E si elimini l’autentica ingiustizia che tocca coloro che non hanno reddito sufficiente per fare la dichiarazione dei redditi ma si trovano a pagare un’Imu alta”.