Province, diciassette verrebbero eliminate

Verrebbero soppresse, cioè, quelle con una popolazione inferiore a 200 mila abitanti, secondo alcuni, mentre altri sostengono per una popolazione inferiore a 300 mila abitanti.

A far rìtornare in galla detto problema, è stata la “scoperta”, da parte del Ministero della Difesa, di un “buco” di un miliardo di euro per affitti arretrati (per gli immobili di: Prefetture, Questure, Vigili del Fuoco, Carabinieri, Guardia di Finanza) e per spese varie (luce, gas, acqua, cancelleria etc.). “Buco”, però, addebitabile a molte Province, anche grosse!

Quindi, secondo noi,queste decisioni sull’eliminazione delle province finirà con il risultare una “guerra tra i poveri”. Infatti, ci si domanda, perchè sopprimere soltanto quelle al disotto dei 200 mila abitanti?

Addirittura, senza arrecare notevoli danni, si potrebbero eliminare proprio le più “corpose”, dove esistono le aree metropolitane e gli organi di governo si accavallano.

E, poi, come si fa a tenere conto soltanto del numero degli abitanti e non delle difficoltà di poter raggiungere il nuovo capoluogo da parte di diecine di migliaia di cittadini, giornalmente?

E’ facile, in una lotta tra poteri, prendersela con i più “piccoli”; come se le piccole province fossero il male della nostra nazione.

Il problema, secondo noi, non sta, quindi, nell’eliminarle; ma nel razionalizzarle; evitando le solite assunzioni a fini elettorali, escludendo i costosi incarichi clientelari esterni; badando, in una sola parola, a delle “economie”.

Invece, molto meritoria è la presenza e la funzione delle province, dato che avvicinano le Istituzioni ai cittadini, attraverso la Prefettura, la Questura, i Comandi dei Carabinieri, della Finanza e dei Vigili del Fuoco.  Nonchè mediante una miriade di uffici: Direzione Provinciale del Tesoro, Ragioneria dello Stato, Agenzia delle Entrate, Agenzia delle Dogane, Agenzia del Territorio, Direzione Provinciale del Lavoro, Camera di Commercio, Sezione locale di Confindustria, Sedi Provinciali Inps ed Inail, Azienda Sanitaria Provinciale, Aci, Croce Rossa, Ufficio Scolastico, Ufficio Provinciale delle Poste, Motorizzazione Civile.

Quindi, venendo meno questi uffici, in ogni provincia soppressa, vi sarebbero due o tremila impiegati che dovrebbero sottoporsi ad un viaggio giornaliero per potersi recare al lavoro o, addirittura, decidere di trasferirsi, impoverendo, così,  il tessuto civile della propria città.

E, poi, gli economisti del Ministero si sono chiesti quanto spenderanno i Sindaci delle province soppresse per potersi recare presso la “nuova” provincia e quante diarie dovranno versare ai tecnici comunali per raggiungere i vari uffici al fine di potere sbrigare le varie pratiche? E quale scompiglio determineranno in migliaia e migliaia di cittadini delle province eliminate, cittadini che saranno costretti, fra non molto, a recarsi nei vari uffici, sino a tempo addietro ad un tiro di schioppo dalle loro abitazioni?

Sopprimere le “piccole” province equivale a lanciare un forte colpo basso ad alcune diecine di migliaia di impiegati ed a rendere difficoltosa la vita di alcuni milioni di persone.

E non è assolutamente nè giusto e nè onesto!

Decidere di non eliminarle, però a condizioni che dovrebbero divenire delle unità “produttive”!!!

Piuttosto, più in là, nel realizzare il federalismo e, probabilmente, le Macro Regioni, si potrebbero addirittura eliminare le Regioni, lasciando così le Province che per decenni hanno svolto un compito necessario, avvicinando, sopratutto, le Istituzioni ai cittadini.