Salta il taglio dei parlamentari

Il Senato ha accolto con 154 voti a favore, 128 contrari e 5 astenuti la richiesta avanzata dal capogruppo della Lega Nord, Federico Bricolo, ma appoggiata da PdL e Coesione nazionale, di accantonare l’art.1 del ddl sulle riforme costituzionale, relativo alla riduzione del numero dei deputati, per passare all’art.2 relativo al taglio del numero dei senatori e che comprende il Senato federale.

Prima del voto, che certifica il ricompattamento della maggioranza berlusconiana Pdl-Lega Nord-Coesione nazionale, il presidente Renato Schifani ha tenuto a precisare ”indipendentemente dall’esito del voto” che ”anche qualora la richiesta di accantonamento venisse approvata questo non potrebbe essere interpretata in nessun modo col fatto che non si torni successivamente all’art.1. Vorrei evitare le preoccupazioni piu’ che legittime espresse dal senatore IdV, Pardi e da altri. Si tratterebbe insomma di un accantonamento puramente tecnico”.

Politicamente la votazione sancisce il ritorno della vecchia maggioranza di centrodestra, con durissime prese di posizione del centrosinistra: Pd, IdV, Udc, ApI. Per il vice presidente dei senatori democratici, Luigi Zanda ”stiamo assistendo all’avvio di una decisione molto grave che rischia di mandare al macero un accordo politico faticosamente trovato tra le forze politiche che sostengono il Governo Monti”. I radicali hanno votato a favore dell’accantonamento motivando il voto con la profonda contrarietà del Partito radicale a ogni cambiamento alla Costituzione. ”Di conseguenza – ha spiegato il senatore Marco Perduca – ci comporteremo in ogni modo possibile per contrastare l’approvazione di tale riforma”.