Attentato Brindisi, sotto interrogatorio leccese sarebbe lui l’attentatore. Possibile vendetta privata

Un rincorrere di voci di una svolta nelle indagini sull’attentato avvenuto il 19 maggio alla scuola ”Morvillo Falcone” di Brindisi, nel quale è morta la sedicenne Melissa Bassi e sono state ferite cinque studentesse. Un uomo, residente nella provincia di Lecce, viene sentito dagli investigatori della polizia in queste ore. Sarebbe stato sequestrato materiale ritenuto rilevante per le indagini. Al momento non sarebbero stati adottati provvedimenti nei suoi confronti.

Stando sempre alle indiscrezioni si tratterebbe di un uomo originario del Salento che avrebbe fatto tutto da tutto da solo, fabbricando e poi facendo esplodere il rudimentale ordigno composto da tre bombole del gas collegate tra di loro. Non ci sarebbe dunque alcun coinvolgimento della criminalità organizzata, ma di una “vendetta privata”.

Il procuratore della Dda di Lecce Cataldo Motta frena. “Quando ci saranno novità, le saprete. Per il momento non ce ne sono”, dice riguardo alle voci di una svolta imminente. Quello che è certo è che l’attentato di Brindisi non è opera né della mafia né degli anarcoinsurrezionalisti. E’ quanto fa sapere il capo della Polizia, Antonio Manganelli, rivelando che il giorno della tragedia “i detenuti della Sacra Corona Unita hanno fatto un telegramma di solidarietà alla famiglia di Melissa. Un segnale specifico per dire noi non ci entriamo”. E anche per quanto riguarda la Fai “faccio fatica a immaginare” che sia opera loro un attentato così vigliacco”.

Millequattrocento persone controllate e 32 perquisizioni fatte. Questo il bilancio dell’eccezionale servizio di controllo del territorio disposto dal questore di Brindisi, Alfonso Terribile, all’indomani dell’attentato. L’attività, si legge in una nota, è svolta da “decine di equipaggi Volanti della questura supportati da altrettanti equipaggi del Reparto prevenzione crimine Puglia”, oltre cento uomini che, in coordinamento con i reparti investigativi, giornalmente presidiano la provincia di Brindisi. Gli agenti  “presenziano all’ingresso e all’uscita degli studenti, monitorano persone e veicoli, osservano, attuano simultaneamente perquisizioni e posti di blocco, eseguono controlli mirati su soggetti di elevata caratura criminale, esercitano pressione su persone orbitanti organizzazioni criminali”. Il servizio ha consentito di denunciare 28 persone per reati contro il patrimonio e la persona e di arrestarne una.

Veronica Capodieci, la studentessa sedicenne rimasta gravemente ferita e dal 24 maggio scorso ricoverata al Centro ustioni di Pisa, è stata sottoposta ieri al terzo intervento chirurgico, anche questo superato bene. E quanto si apprende dal bollettino medico emesso dall’Azienda ospedaliero universitaria pisana. Con l’operazione di oggi, prosegue il bollettino medico, “si spera di ottenere la guarigione della maggior parte delle ferite e a breve, se le condizioni generali lo consentiranno, si avvierà per lei la fase riabilitativa, in attesa di un ultimo trattamento chirurgico di rifinitura”.