Intervista con lo scrittore Giacomo Banchelli

Incontriamo Giacomo Banchelli, scrittore riminese. Studi scientifici e una laurea in ingegneria che ben si sposano con la sua passione per l’arte. Come lui stesso spiega: <<Spesso l’ingegneria è al servizio dell’arte. Per creare certe opere occorrono processi o strumenti che devono essere studiati da un punto di vista tecnico. In una persona le due cose possono coesistere e influenzarsi a vicenda, ma ritengo che nella maggioranza di questi casi sia l’arte a diventare predominante poiché per sua natura non è soggetta agli schematismi che caratterizzano l’ingegneria, e ciò che ha maggior libertà di movimento si muove di più>>. Banchelli è un artista completo. Oltre a quella a quattro ruote, c’è un’altra macchina che trova irresistibile. È quella da presa, alla quale si è avvicinato seriamente nel 2009 quando, dice: <<Ho realizzato il mio primo corto “La lavandaia” (da un’idea della protagonista Vitaliana Pantini) che ha ricevuto alcuni riconoscimentoial Bizzarro Film Festival>>. Banchelli abbraccia più generi, dall’horror al romantico. Una scelta che motiva così:<<Nella vita e nella natura umana c’è tutto e accade di tutto, quindi non c’è niente di strano nel passare da un argomento all’altro o nel mescolarli. Sembrano cose opposte, invece sono solo facce di una stessa medaglia che è l’essere umano, focalizzarsi solo su una faccia sarebbe un po’ come essere orbi>>. In un mondo in cui internet ci condiziona in tutto e per tutto, uno scrittore non può non fare un cenno al mercato dell’editoria. Giacomo Banchelli è consapevole di questi nuovi mezzi di comunicazione e parla di strategie di mercato rivoluzionate:<<Non è che l’editoria sta morendo come alcuni affermano, anzi, non ci sono mai stati tanti libri e scritti in circolazione come se ne possono trovare oggi, però si sono certamente rivoluzionate le strategie di mercato che inseguono i nuovi scenari tecnologici>>.