Polizia sgombera indignados spagnoli

A Madrid, nella centralissima “Puerta del Sol”, luogo simbolo della protesta, varie centinaia di manifestanti hanno ignorato il limite ultimo delle 22:00 ora locale perché lasciassero la piazza; e intorno alle ore 05.00 di mattina la polizia ha sgomberato l’ultimo gruppo che ancora rimaneva in loco.

La protesta si è conclusa con uno sgombero forzoso anche a Valencia, Cadice e Palma de Maiorca.

Anche Diego Maradona interviene sui suicidi causati dalla crisi che si stanno verificando da nord a sud del Paese e chiede di fermare le tragedie. «Nessuno più di me può sapere quello che si prova – fa sapere attraverso il suo avvocato Angelo Pisani, che lo rappresenta nella vertenza contro il fisco italiano da 40 milioni di euro -, sono stato perseguitato per 25 anni». Di recente il pibe de oro ha chiesto una conciliazione che, martedì mattina potrebbe addirittura vederlo di nuovo a Napoli.

«SOLO PER 25 ANNI» – L’ex campione argentino esprime solidarietà e vicinanza ai familiari di quelle che definisce «vittime del sistema Equitalia», si dice preoccupato del clima e della confusione che vede in Italia e, rivolgendosi a Pietro Paganelli, l’uomo che ha tentato a Napoli il suicidio e che versa in condizioni critiche in ospedale, afferma: «Chi più di me sa cosa si prova a essere un perseguitato dalle istituzioni, che invece dovrebbero tutelare i cittadini onesti». «Ora l’opinione pubblica sa tutto, è più vicina ai tartassati – dice ancora il pibe attraverso il suo legale – e alle vittime del fisco e delle banche. Io per 25 anni sono stato solo, abbandonato, perseguitato e considerato colpevole senza neanche essere giudicato dai giudici delle tasse. Mi hanno trattato come un criminale, violentando la mia dignità umana e la mia immagine sportiva».

«VINCERE QUESTA BATTAGLIA» – Maradona, fa sapere ancora Pisani, «non nega che negli anni bui della sua vita, e con la Finanza addosso ogni qualvolta tentasse di tornare in Italia, ha rischiato di fare gesti estremi per l’ossessione e disperazione provocate dall’ingiustizia subita». «Ho avuto la forza di resistere, – ricorda Maradona – ma io posso capire chi non ce la fa, so cosa si prova dentro. Oggi voglio vincere questa battaglia, soprattutto per le vittime di Equitalia. Io, anche se più famoso di loro, l’ho pagata cara sulla mia pelle, senza avere nessuna colpa. Grazie al mio avvocato, che ha riaperto il caso per farmi finalmente giustizia; finalmente il mondo intero ha saputo che fin dal 1994 non esiste alcuna violazione fiscale addebitabile a me». Poi l’ex ct dell’Argentina si lascia andare a qualche recriminazione: «Purtroppo c’è chi si vanta di avermi perseguitato ed espropriato dei miei beni, ma io do un “calcio” anche a questa cartella falsa, che è una brutta pagina per la democrazia italiana. Spero che le istituzioni italiane salvino i cittadini e chiedano scusa anche all’Argentina».