Fabrizio Pioli, Simona Napoli si sente una morta che cammina

“Prima o poi il coraggio in Calabria si paga con il sangue”. E’ una delle affermazioni contenute in una lettera inviata a “Quarto Grado” da Simona Napoli, la giovane donna che aveva stretto una relazione extraconiugale con Fabrizio Pioli, elettrauto di 38 anni di Gioia Tauro, scomparso il 23 febbraio scorso.

Dopo la scomparsa la donna ha accusato di omicidio e occultamento di cadavere il fratello e il padre, il primo è stato arrestato, mentre il secondo è ancora ricercato. Da allora la ragazza vive sotto protezione e nella lettera esterna tutta la sua “rassegnazione” definendosi “una morta che cammina”, perché scrive “sono morta il 23 febbraio”. La Napoli nega di aver attirato Pioli in una trappola. “Mi sono sposata e ho fatto un figlio con amore – scrive – amavo e rispettavo mio marito. Le cose però con lui non andavano bene da un anno e sono andate nel verso sbagliato anche per colpa di mio padre”. ”Io ero molto confusa ma quando si è innamorati non si ragiona con il cervello ma con il cuore. Volevo bene a Fabrizio e non meritava tutto questo. Il mio gesto ne è la prova. La rinuncia che ho fatto è stata per salvare lui, non me”. “Confido nella Magistratura – conclude Simona Napoli – e prima o poi verà fatta giustizia per Fabrizio, che è l’unica cosa che voglio”.

La tesi degli inquirenti, dopo le indagini avviate in base alle denunce di Simona, è che i suoi familiari abbiano ucciso Pioli per “punire” la relazione extraconiugale. Il corpo, tuttavia, non è mai stato trovato. Venerdì scorso sono iniziati gli accertamenti del Ris su oggetti e materiali prelevati durante le indagini.