Custodire ciò che cresce, a Santa Maria la Longa convegno de La Viarte

  Le pratiche educative della comunità per minori ‘La Viarte’ Intervista al direttore della comunità, don Loris Benvenuti, alla vigilia del Convegno su ‘La Viarte’ Sabato 5 maggio, presso la sede dell’associazione “La Viarte” di Santa Maria la Longa (Udine – Friuli Venezia Giulia), si terrà il convegno “Custodire ciò che cresce”, frutto di un’indagine interna sulla comunità per minori. Il convegno del 5 costituisce soltanto un primo punto di arrivo poiché la ricerca si concentra esclusivamente sulla comunità per minori mentre le opere pastorali ed educative esterne gestite dagli stessi salesiani di Santa Maria la Longa saranno oggetto di nuovi studi. “La ricerca – ricorda Benvenuti – è scaturita dalla necessità di riflettere su un importante cambiamento interno avvenuto nel novembre 2010: con una certa gradualità, la comunità per tossicodipendenti ‘La Viarte’ è divenuta prima comunità per minori stranieri non accompagnati e quindi, comunità per minori ‘difficili’ del nostro territorio. A questo passaggio si è accompagnata, inoltre, la sostituzione dell’équipe educativa ed un mutamento nei rapporti con i servizi sociali”. ‘La Viarte’ dunque, appare una realtà duttile e “in divenire” come recita il titolo dell’intervento di don Loris per il Convegno: “‘La Viarte’ – aggiunge don Loris – è complessa poiché lavora contemporaneamente su disagio, devianza e prevenzione e cerca di riflettere sulle sue pratiche educative. Al tempo stesso, tuttavia, è agile: diversamente da altre case salesiane non comprende al suo interno un oratorio e i gruppi di animatori del CEL e del CRA si sganciano dalla casa per compiere la loro opera educativa sul territorio. Biblicamente ‘La Viarte’ è ben rappresentata da Davide, la cui forza è la debolezza: armato di semplice fionda, si mostra rapido e agile, capace di uniformarsi ad una realtà in continua trasformazione”. Ciò che, nonostante tutto, sembra mantenersi stabile all’interno de ‘La Viarte’ sono i fondamenti educativi, ispirati al carisma salesiano e allo spirito di famiglia promosso da don Bosco. La sociologa Martina Visentin ha usato, nella sua ricerca, la categoria interpretativa della genitorialità simbolica. “I ragazzi – conferma il direttore della comunità – riconoscono nei salesiani un ruolo e una presenza famigliare: don Gipì, è il nonno, don Vincenzo, aperto al dialogo e alla confidenza più intima, è la mamma e io sono il padre, colui che rimprovera, ricorda le norme e immette nella vita”. La Viarte si distingue da altre comunità per la presenza di adulti di riferimento che abitano insieme ai ragazzi: “Un ragazzo nuovo percepisce dagli altri ragazzi che questo è un luogo al quale ci si può affezionare, dove ci si può fermare un po’, senza bisogno di scappare perché gli adulti sono presenti e si fanno le cose insieme a loro”. Come in una famiglia, educatori, salesiani e ragazzi collaborano nelle diverse mansioni, dal cucinare al lavare i piatti, dall’apparecchiare la tavola al pulire per terra: “Anche questo è un modo per fare educazione, oltre che per impiegare in maniera produttiva il tempo e imparare un po’ ad arrangiarsi in vista del futuro”. Info Associazione La Viarte onlus; Via Zompicco, 42; 33050 Santa Maria La Longa UD; +39 0432 995050; [email protected] [email protected] http://www.salesianinordest.it/index.php?option=com_content&view=category&layout=blog&id=62&Itemid=67