Arrivano tagli su scuola, salute e difesa

Due gli obiettivi della spending review. Il primo è reperire nell’immediato alcuni dei fondi necessari a “sterilizzare” l’aumento di due punti dell’Iva da ottobre. Il secondo è avere a disposizione fondi per il lungo periodo sia in un’ottica di pareggio di bilancio che, sostengono alcuni, per mettere in campo misure per la crescita.

Ogni decisione, che molti assicurano potrebbe giungere già nella riunione di Governo di domani pomeriggio, verterà dunque tutta sul dibattito in seno all’esecutivo su questo equilibrio cioé fra l’esigenza immediata di evitare l’aumento dell’Iva (considerato da alcuni una misura depressiva ma che porterebbe poco meno di quattro miliardi) e l’esigenza di medio periodo di avviare interventi per rilanciare l’economia (le misure di crescita di cui si comincia a parlare sia nella maggioranza di governo che a livello europeo).

Domani il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Piero Giarda illustrerà la sua relazione su “Elementi per una revisione della spesa”. Nei giorni scorsi Giarda era anche salito al Quirinale, portando con sé l’ampia documentazione che i diversi Ministeri gli avevano cominciato a fornire, insieme a un suo primo quadro generale delle spese dello Stato e dei possibili risparmi. Per ora nulla di deciso, nessuna cifra certa sulle risorse che si potrebbero ricavare dai tagli. Anche perché al momento solo alcuni dicasteri hanno fornito nel dettaglio il rapporto sulle rispettive uscite e sono Interni, Giustizia, Difesa, Istruzione e Esteri.

I risparmi, poi, sarebbero ovviamente minori nel breve periodo e più cospicui, invece, nel lungo periodo, quando la riorganizzazione della macchina delle spese della pubblica amministrazione potrebbe entrare pienamente a regime. E resta qualche dubbio, legato anche ai tenpi, sugil strumenti normativi per mettere in atto la revisione delle spese.

Le prime indiscrezioni sulla spending review, che dal Governo spiegano essere soprattutto legate alle cifre da tempo indicate dai singoli Ministeri, hanno comunque agitato il mondo politico.

Il leader Pd Pierluigi Bersani apprezza l’opera di Giarda, che “opererà con il cacciavite e non con la mazza”, ma ritiene che sia preferibile incidere meno sulla scuola e più sulla difesa, un comparto tutto da “riorganizzare”. Ben vengano i tagli, afferma dal PdL Maurizio Gasparri, ma “sia subito chiaro un aspetto: diciamo subito no a chi pensa di ridurre la spesa tagliando una stazione dei carabinieri o un commissariato di polizia. Su questo non ci siamo. Siamo d’accordo invece a vedere gli sprechi in altri settori e a colpire quelle situazioni che, per esempio, nella sanità vedono il costo di una siringa pari a dieci in una regione e venti in un’altra”.