Sparatoria nella Capitale, Angelo Angelotti il rapinatore ucciso era vicino alla Banda della Magliana

E’ stato identificato il bandito morto durante la sparatoria all’alba alla periferia sud-ovest della Capitale, nel nuovo quartiere di Mezzocammino (Spinaceto). Intorno alle ore 05:30 un tentativo di rapina è finito nel sangue. Uno dei malviventi che si erano appostati davanti all’abitazione di due fratelli commercianti di gioielli è morto colpito al petto. Un altro è rimasto gravemente ferito al collo. Un terzo malvivente è in fuga è stato inseguito e braccato per ore da pattuglie della polizia coadiuvate da un elicottero.

Angelo Angelotti, detto “caprotto” nella sua lunga carriera criminale è stato anche coinvolto in due vicende note alle cronache giudiziarie romane. Arrestato da Carabinieri negli anni ’90 per il famoso furto al caveau del Palazzo di Giustizia, insieme con altre 11 persone tra le quali anche altri noti “cassettari” romani. Mentre nel ’95 finì sotto processo per l’omicidio del boss della Banda della Magliana “Renatino” De Pedis perchè ritenuto tra coloro che attirarono il “Dandi” nella trappola in via del Pellegrino vicino a Campo di Fiori, dove poi fu ucciso.

Il fuggitivo, Stefano Pompoli, 52 anni, è stato infine catturato intorno alle ore 13:00 in ospedale, al Cto della Garbatella, dove si era recato per curare una brutta ferita al torace. L’uomo, che è stato sottoposto a intervento chirurgico, è un pregiudicato. Alla fine degli anni ’90 venne arrestato nell’ambito delle indagini sull’omicidio di un gioielliere a Firenze. Dopo un anno fu scarcerato.

Il rapinatore più grave è Luigi Valente, 44 anni, piantonato e in stato di arresto, sempre al Cto, per “concorso in tentato omicidio, tentata rapina, porto abusivo d’armi e ricettazione del furgone rubato”.

La sparatoria è iniziata quando i giovani professionisti, 32 e 37 anni, caricata l’auto, sono usciti dal garage di casa, a bordo della loro Toyota per partire in direzione Monaco di Baviera, dove entrambi (proprietari di un negozio all’Eur) erano attesi alla locale fiera dei preziosi. Con sé avevano un campionario di gioielli del valore di circa 75 mila euro. Avrebbero dovuto raggiungere l’aeroporto di Fiumicino e di qui la Germania.

Uno dei due gioiellieri ha notato un furgone Citroen sospetto (poi risultato rubato) in sosta davanti all’abitazione ed ha intuito che potesse essere in corso un agguato. Appena il veicolo è partito per uscire dalla rampa del garage, il furgone lo ha speronato su un fianco. Il gioielliere alla guida è rimasto bloccato nell’auto, il fratello è uscito impugnando un revolver. Ne sarebbe nata una colluttazione tra uno dei malviventi e il gioielliere, quindi un rapido ma violento conflitto a fuoco. Subito uno dei banditi, anche loro armati di revolver, è rimasto a terra, privo di vita. Poco dopo un complice è caduto ferito.