A Udine primo sportello pubblico contro suicidi

Sconfiggere il numero di morti per crisi lavorative grazie al primo sportello pubblico contro i suicidi. La crisi economica sta inducendo persino i friulani a togliersi la vita. Tra i disoccupati e gli imprenditori si registra un suicidio al giorno. Il secondo rapporto Eures “Il suicidio in Italia al tempo della crisi” fotografa una situazione allarmante: il Friuli occupa il terzo posto nella ‘classifica dei senza vita’ visto che a livello regionale gli incrementi più alti si sono registrati in Basilicata, in Campania e in Friuli con un + 19,6 per cento che ci fa passare da92 aa 110 casi; considerando i valori relativi, dopola Sardegna, che guida la graduatoria dei suicidi (con un indice pari a 9,5 casi ogni 100 mila abitanti), spetta al Friuli Venezia Giulia piazzarsi secondo con un indice di 9,2 suicidi ogni 100 mila abitanti, molti dei quali scaturiti dal movente economico. Per contrastare il fenomeno che sta facendo tremare il nostro territorio, come un secondo 6 maggio ’76, il presidente della Provincia di Udine, on. Pietro Fontanini, sta predisponendo contromosse preventive e al tempo stesso terapeutiche. “Mia intenzione – dichiara – è mettere a disposizione del territorio e dei cittadini il nostro Punto d’Ascolto, battezzandolo come primo Punto d’Ascolto Anti-Suicidio che fornirà servizio di consulenza, di aiuto e di accompagnamento a quanti, disoccupati, licenziati, esodati, precari in affanno, rischiano di allungare la triste lista di quanti hanno rinunciato a lottare”. Al Punto di Ascolto si potranno rivolgere tutte le donne e gli uomini a rischio; il servizio di consulenza e sostegno sarà effettuato da professionisti qualificati ed a titolo gratuito. Palazzo Belgrado vuole fornire così una segno fermo e immediatamente spendibile, raccogliendo il grido d’aiuto che proviene dal tessuto sociale, oltre che dai dati ricavabili dall’indagine Eures. Il Punto d’Ascolto Anti-Suicidi (P.A.A.S) lavorerà su tutte le cause del fenomeno suicidario, con un’attenzione particolare rivolta alla rilevante motivazione associata alle ragioni lavorative (assenza di occupazione, perdita del posto, fallimenti, difficoltà nel ricollocamento, precariato forzato). In questo modo l’originario Punto d’Ascolto nato nel 2007 come punto Anti-mobbing – nell’ambito della legge regionale 8/04/2005 n. 7 sulla prevenzione e la tutela delle lavoratrici e dei lavoratori dalle molestie morali e psico-fisiche nell’ambiente di lavoro – si arricchisce di una funzione ulteriore che lo qualifica come altamente sociale.