La petroliera italiana Enrico Ievoli

Sequestrata da pirati al largo dell’Oman il 27 dicembre scorso è stata liberata. Lo ha annunciato il Ministro Giulio Terzi di Sant’Agata da Giacarta, dove si trova in missione per un tour in Estremo Oriente. Erano diciotto i componenti dell’equipaggio: sei gli italiani, cinque gli ucraini e sette gli indiani. Agostino Musumeci, comandante della Ievoli, ha subito commentato. “Stiamo molto bene, è tutto sotto controllo. L’equipaggio sta benissimo. La nave è già partita dalle coste della Somalia e a bordo ci sono i militari italiani”.

“Non è stato pagato alcun riscatto, né ci sono stati blitz o operazioni militari. Abbiamo lavorato rispettando la legge e portando avanti il percorso giusto che va seguito in questi casi. ora la Enrico Ievoli naviga scortata da un’imbarcazione della Marina Militare”. Così Domenico Ievoli, presidente e amministratore delegato della Marnavi, la società cui la Enrico Ievoli appartiene, alla notizia della liberazione del naviglio. “Tutti i membri dell’equipaggio stanno bene, ora stanno dirigendosi verso un porto sicuro, anche per verificare le condizioni della petroliera. Lì ci sarà un cambio di equipaggio, poi la Enrico Ievoli si dirigerà verso il Mediterraneo com’era inizialmente previsto”.

La vicenda della Enrico Ievoli, ha sottolineato Terzi, “è stata in questi mesi al centro di un’ampia azione diplomatica svolta anche nei confronti delle Autorità somale, alle quali è stato da parte italiana richiesto il massimo impegno affinché i nostri connazionali potessero tornare sani e salvi a casa”. “Questo caso- ha aggiunto il ministro – conferma ulteriormente la gravità della minaccia alla sicurezza rappresentata dal fenomeno della pirateria su cui l’Italia è impegnata per favorire la massima attenzione ed un sempre maggiore coordinamento nell’azione di contrasto da parte della comunità internazionale, sia sul piano bilaterale che attraverso i principali fori multilaterali, come avvenuto più di recente anche in ambito G8 e nel Consiglio Nato-Russia dove proprio l’Italia ha posto con enfasi la questione nell’agenda delle consultazioni tra gli alleati”.