Calisto Tanzi condannato in secondo grado a 17 anni e 10 mesi

 La Corte d’assise d’appello del Tribunale di Bologna ha emesso il verdetto sull’ex re del latte, patron della Parmalat, già condannato a 18 anni, in primo grado, dai giudici di Parma per il crack da 14,5 miliardi di euro del gruppo da lui fondato. “Porterò per sempre il peso indelebile per le sofferenze causate a quanti per colpa mia hanno subito danni”, aveva detto con un filo di voce l’ex cavaliere del Lavoro lo scorso 26 marzo nell’aula del Tribunale di Bologna, in quello che è stato considerato il suo mea culpa. Tanzi, 73 anni, arrestato nel 2003, ha negli ultimi anni fatto la spola tra il carcere e l’Ospedale maggiore di Parma e i suoi legali lottano ormai da mesi per ottenere i domiciliari. Per il suo direttore finanziario, Fausto Tonna, una pena più lieve: 10 anni.

A Milano, dove si è celebrato il processo per aggiotaggio, Tanzi è stato condannato a dieci anni di prigione in una sentenza confermata in secondo grado e ridotta dalla Cassazione a otto anni e un mese nel maggio 2011. Sulla carcerazione di Tanzi, deve pronunciarsi il mese prossimo il Tribunale di sorveglianza di Bologna, dopo che gli avvocati dell’ex patron di Parmalat hanno presentato istanza di scarcerazione.

Il collegio difensivo dell’ex patron del Parmalat, hanno annunciato che ricorreranno alla Cassazione. “La sentenza sostanzialmente è in linea, per la posizione di Calisto Tanzi, con le previsioni fatte – ha commentato l’avvocato Fabio Belloni, uno dei tre difensori -. Ho notato un lavorio della Corte su alcune imputazioni. Chiaramente è stato intenso e quindi dovremo leggere la sentenza per capirne gli effetti finali”. In ogni caso, ha precisato l’avvocato, “c’è stato l’accoglimento parziale dell’appello della Procura, ma con dichiarazioni di assorbimento in altri capi di imputazione. Certamente alcuni temi rimangono irrisolti e pertanto verranno devoluti alla Corte di Cassazione”.