E’ un disastro stanno uccidendo la danza

Carla Fracci in una intervista si appella al Capo dello Stato Presidente Napolitano. “La prego, salvi il balletto italiano”. La Fracci lamenta il “sistematico smantellamento” dei corpi di ballo in Italia e il dilagare del ricorso a compagnie estere, ingaggiate per singoli allestimenti, come nel caso del Teatro Massimo di Palermo che porterà in scena il “Don Chisciotte” non con il proprio corpo di ballo ma con il Balletto dell’Opera di Kiev.

L’esponente della danza italiana (in foto) non nasconde la sua amarezza. “Hanno smantellato importanti corpi di ballo, ormai Teatri e Fondazioni cercano di cancellare la danza, sembrano avvertirla come un peso, sembrano avere un preciso disegno di annientamento. Sempre di più ricorrono a compagnie estere che accettano di venire con contratti accessibili e, naturalmente, non pongono tutti i problemi che comporta avere un proprio corpo di ballo. Ma neanche offrono tutte le opportunità che derivano dall’avere un proprio corpo di ballo”.

“Opportunità come quella di far crescere ottimi ballerini e anche delle Etoile, con tutto il ritorno che se ne può avere in termini di prestigio, finanziamenti privati, affezione del pubblico, tournée – spiega Fracci – Per carità, vengano gli stranieri ma per confrontarsi con i nostri ballerini, come i nostri devono cogliere ogni occasione per andare a fare esperienza all’estero. Se però si cancella la tradizione italiana della danza e si ricorre sistematicamente ad artisti esteri, alla fine rimarrà solo il corpo di ballo della Scala, che alle spalle ha una fondazione con maggiori mezzi, sponsor importanti”.

“Mi appello al Presidente Napolitano perché favorisca una generale ripresa della danza in Italia, mi rendo conto -sottolinea Carla Fracci- che il nostro Paese sta affrontando problemi terribili che riguardano il nostro futuro, ma anche questo è un problema che tocca il nostro futuro, a partire da quello dei giovani che stanno iniziando adesso il loro percorso nel mondo della danza: a breve saranno costretti a emigrare, anzi a fuggire all’estero se vogliono lavorare, come già fanno tanti laureati, tanti ricercatori, disperdendo così un patrimonio di capacità, di cultura che può essere utile all’Italia”.

“La danza italiana è al capolinea, ci sono troppi intrighi, troppa gente incompetente, nessuna volontà di risolvere i problemi. Sono anni -prosegue la Fracci- che mi batto perché si dia vita ad una Compagnia Nazionale, ma nessuno sembra voler ascoltare. Si fanno convegni, incontri, tante chiacchere ma non si muove una virgola ed io, che mi impegno, sembro sempre di più una madonna pellegrina”.