La Banda Bassotti Monti Alfano Bersani Casini accoppa i lavoratori

“La Banda Bassotti “Monti, Alfano, Bersani, Casini” dopo aver ammazzato i pensionati ora vuole accoppare anche i lavoratori, con questa “marchetta” fatta ai grandi imprenditori sull’art. 18. Ma stiano attenti, perché da adesso sarà lotta senza quartiere in Parlamento, nelle fabbriche e nelle piazze”. Lo afferma in una nota Roberto Calderoli.

Una riforma Monti Fornero che avvierà, innegabilmente, la stagione dei “licenziamenti facili” non contribuendo in questo modo a sollevare il Paese dalla crisi economica in atto. Ma vediamo nel dettaglio cosa prevede.

“Si tratta – si legge in una nota di Palazzo Chigi – di una riforma lungamente attesa dal Paese, fortemente auspicata dall’Europa, e per questo discussa con le parti sociali con l’intento di realizzare un mercato del lavoro dinamico, flessibile e inclusivo, capace cioé di contribuire alla crescita e alla creazione di occupazione di qualità, di stimolare lo sviluppo e la competitività delle imprese, oltre che di tutelare l’occupazione e l’occupabilità dei cittadini”.

“Per i licenziamenti per motivi economici il datore di lavoro può essere condannato solo al pagamento di un’indennità. Particolare attenzione – precisa il comunicato di palazzo Chigi – è riservata all’intento di evitare abusi”. La riforma del lavoro “introdurrà elementi di premialità” verso le imprese “per l’instaurazione di rapporti di lavoro più stabili. La riforma favorirà” anche “il contrasto più incisivo agli usi elusivi degli obblighi contributivi e fiscali degli istituti contrattuali”.

Arriva il congedo di paternità obbligatorio. Il nuovo impianto del mercato delle professioni attribuisce massimo valore all’apprendistato, inteso nelle sue varie formulazioni e platee, che diviene il “trampolino di lancio” verso la maturazione professionale dei lavoratori. Via libera al “regolamento che definisce termini e modalità di attuazione della disciplina delle cosiddette “quote rosa” alle società controllate da pubbliche amministrazioni. L’obiettivo è il “potenziamento dell’accesso delle donne alle posizioni di vertice”. Con l’obiettivo di perseguire “l’equità di genere” e favorire l’occupazione femminile la riforma del lavoro prevede “norme di contrasto alla pratica delle cosiddette dimissioni in bianco con modalità semplificate e senza oneri per il datore di lavoro e il lavoratore” e anche “il rafforzamento con l’estensione sino a tre anni di età del bambino (oggi è fino a un anno) del regime della convalida delle dimissioni rese dalle lavoratrici madri”. Le aziende potranno stipulare accordi con i sindacati maggiormente rappresentativi, finalizzati a incentivare l’esodo dei lavoratori anziani. Si crea così “una cornice giuridica per gli esodi con costi a carico dei datori di lavoro”.

Con la riforma del Lavoro approvata dal Consiglio dei ministri “si potenzia l’istituto dell’assicurazione contro la disoccupazione estendendone l’accesso ai più giovani, a coloro che sono da poco entrati nel mercato del lavoro e alle tipologie di impiego attualmente escluse (ad esempio quella degli apprendisti)”. “Con la riforma del lavoro – sottolinea la nota di Palazzo Chigi – si riduce l’incertezza che circonda gli esiti dei procedimenti” sui licenziamenti. A questo fine si introduce una precisa delimitazione dell’entità risarcitoria eventualmente dovuta e si eliminano alcuni costi indiretti dell’eventuale condanna. Così “il costo sostenuto dal datore di lavoro in caso di vittoria del lavoratore è “svincolato” dalla durata del procedimento e dalle inefficienze del sistema giudiziario”.

“Il problema più drammatico è quello delle aziende che chiudono e dei lavoratori che rischiano di perdere il posto di lavoro, non per l’articolo 18 ma per il crollo delle attività produttive”. Lo ha detto il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, al termine di una cerimonia alle Fosse Ardeatine. “Non credo che noi stiamo per aprire le porte ad una valanga di licenziamenti facili sulla base dell’articolo 18”, ha risposto Napolitano ai giornalisti che gli facevano notare come ci fosse preoccupazione nel Paese su questo tema. “Anche perché – ha aggiunto – bisogna sapere a cosa si riferisce l’articolo 18”.